by Gabriele Romagnoli
Terrorista
E' da tempo che non consiglio un libro, perché da tempo non ne trovo uno che valga. Il fuso orario avanzato mi ha fatto leggere un tristo Mc Ewan ("On Chesil Beach") e addirittura un deludente Richard Ford ("The lay of the land"). Allora ho riportato le lancette indietro e l'ho infine trovato:
PAUSA PUBBLICITARIA: John Updike "Terrorista", Guanda
Uno di quei libri figli non di una stagione, ma di un tempo. Che hanno dentro il New Jersey e la decomposizione del maschio (come Philip Roth), ma anche molto di più. Il punto è che grandezza di un libro non la misuri da quel che ha dentro, ma da quel che ti tira fuori. Leggi "Terrorista" e ti trovi a pensare che ogni amore che hai deluso è un amore di cui non sei stato all'altezza, che il sentimento dopo i quarant'anni è un'esperienza cinica e piena di macchie e aloni, che il momento più terribile è quando l'affetto si muta in insofferenza, che il limite del fondamentalismo non è la negazione della liberta', ma l'affermazione di Dio.
C'è in "Terrorista" una descrizione della società occidentale e dei limiti delle nostre vite così ferale che nessun mullah potrebbe mai replicare, non sarebbe altrettanto credibile. E' un libro perfetto e disperato, come i momenti che ricorderemo.
(2 luglio 2007)
1 commento:
Presumo il postr sia del Giangino ...
Bravo Giangi che ci tieni aggiornati sui gusti dell'amico Gabriele !!!
Preso il libro ??
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