Il Vaticano riabilita i Beatles
Ringo: "E chi se ne importa"
Ringo Starr
ROMA - "I couldn't care less", e cioè "non me me potrebbe importare (o fregare, in gergo) di meno": Ringo Starr non si commuove alla notizia del "perdono" del Vaticano ai Beatles, quarant'anni dopo il loro scioglimento. Intervistato dalla Cnn, il batterista ha ricordato come all'epoca i vertici della Chiesa cattolica avessero definito i membri del gruppo "satanici o possibilmente satanici", e i conti non gli tornano: "Eravamo satanici e adesso ci perdonano?", ha commentato. "Credo che la Santa Sede abbia altre cose di cui parlare".
In un articolo pubblicato ieri dall'Osservatore romano in occasione del quarantennale dello scioglimento, i Fab four Vengono "riabilitati" - nonostante venga ricordata la loro vita di eccessi - in nome della bellezza della musica. Ma alle origini del poco affetto delle alte gerarchie cattoliche - oltre ai valori musicali e generazionali rappresentati dai Beatles negli anni Sessanta - c'è soprattutto una dichiarazione di John Lennon. Il grande artista, ucciso nel 1980 da un fanatico a New York, in un'intervista off the record rilasciata nel 1966, ma poi pubblicata, definì nel 1966 il suo gruppo "più popolare di Gesù Cristo": affermazione che tra l'altro fu citata come giustificazione dal suo omicida, Mark David Chapman. Oggi, invece, l'Osservatore ha definito quella frase "solo una spacconata di un giovanottone della working class" e celebrato i Beatles e "l'eredità inestimabile" lasciata nel loro campo di espressione.
Ma uno dei due sopravvissuti della band - l'altro è Paul McCartney - rimanda al mittente la riabilitazione postuma. Con una frase che non lascia spazio a dubbi o a diplomazie.
Da Repubblica del 13 aprile 2010
Efrem
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