mercoledì 4 aprile 2012

La poesia di Vasco

SE LE CANZONI SONO COME I FIORI. COSI' SBOCCIO' ALBACHIARA.

Una ragazzina di 13 anni alla fermata della corriera di Zocca si trasforma nell'adolescente più cantata della musica italiana. Tra candore e malizia, timidezza e scoperta del sesso, romanticismo e rock. Storia della hit più bella di Vasco Rossi. Da stasera alla Scala


di PAOLO GALLORI

ROMA - Albachiara che danza sulle punte, assieme alle ballerine della Scala di Milano: succederà stasera a Milano, e la scelta di Vasco Rossi arriva dal cuore. E' stato il suo primo grande successo, l'adolescente più famosa della musica italiana. Che ora magari sarà madre di figli adulti, e un giorno scoprì di essere lei, Albachiara. La Scala ci dà così l'occasione per riesplorare la canzone più cantata di Vasco: per scomporla, raccontarla con video e interviste, magari riprovare gli accordi.

Respiri piano per non far rumore
ti addormenti di sera
ti risvegli con il sole
sei chiara come un'alba
sei fresca come l'aria.


Ed eccola, ancora lì, alla fermata della corriera di Zocca, inconsapevole. Aveva 13 anni sul finire degli anni Settanta. Vasco, il doppio dell'età, preparava gli esami universitari e la osservava dalla finestra di casa. Ne studiava lo sguardo assorto, la bellezza acerba e incerta che preferisce mimetizzarsi, immaginandola poi nella sua cameretta, lontano dallo sguardo del mondo, alla scoperta di se stessa e del proprio corpo. Traducendo tutto, sogni e speranze, candore e malizia, su una pagina scritta di getto.

Diventi rossa se qualcuno ti guarda
e sei fantastica quando sei assorta
nei tuoi problemi
nei tuoi pensieri.


Una volta canzone, il testo si rivela un'istantanea in cui chiunque può ritrovare una parte di sé: tredicenni come Albachiara, donne di ogni generazione commosse dal ricordo degli stessi turbamenti, ragazzini innamorati della compagna di banco, ogni uomo capace di sognare attraverso gli occhi altrui. Come Vasco, uno che le donne le "strapazzava", ricorda Gaetano Curreri, ma che sa anche infilarsi nelle loro scarpe.

Ti vesti svogliatamente
non metti mai niente
che possa attirare attenzione
un particolare
solo per farti guardare.


"Vasco è un impressionista della parola. Con poche frasi riesce a rendere l'anima di un personaggio. Ma è ancor più grande che quel personaggio riesca sempre a dire qualcosa di ognuno di noi". Parola di Noemi , fan dichiarata di Vasco, che Albachiara l'ha incisa dopo averla interpretata a X Factor, la sua arma in più nei duelli a eliminazione diretta del talent show. Noemi, che una volta uscita dalla "bolla" televisiva, si sarebbe vista cucire addosso una canzone di Vasco, Vuoto a perdere.

E con la faccia pulita
cammini per strada mangiando una
mela coi libri di scuola
ti piace studiare
non te ne devi vergognare


Ma Albachiara sa raccontarsi anche senza parole. Quella timida e insicura, che respira piano "per non far rumore", descritta da Vasco in tenero falsetto, si muove su un'introduzione di solo pianoforte, seguito da un semiacustico giro armonico di chitarra. Quando, tra l'introspezione e i sogni della ragazzina si fa largo il sesso, l'accelerazione elettrica è vertiginosa, la voce di Vasco si carica di grinta. Perché il sesso, da Elvis in poi, è rock'n'roll. Ripensando a quell'arrangiamento, Curreri, leader degli Stadio, a più riprese partner musicale e soprattutto amico di Vasco ben prima delle scorribande sull'etere emiliano ai tempi di Punto Radio, non osa parlare di consapevolezza.

E quando guardi con quegli occhi grandi
forse un po' troppo sinceri, sinceri
si vede quello che pensi,
quello che sogni....


"Eravamo guidati dal sacro fuoco della musica. Io con la mia cultura classica e Vasco con la sua cultura rock. In questo siamo sempre stati una grande coppia, perché così uguali e così diversi. Da qui nasce la doppia anima di Albachiara: quella romantica, in cui io sguazzavo, e quella rock, dove a guidare era Vasco. L'assolo di chitarra elettrica di Maurizio Solieri, Vasco lo aveva già in testa. Lui se lo cantava e Maurizio lo mise giù. Con Vasco litigammo anche furiosamente. Una volta, pur di non arrivare alle mani, finimmo col piangere. 'Basta basta...'. Lo scontro tra le mie piccole certezze di musicista che aveva studiato il pianoforte e le sue intuizioni debordanti. Che io a volte inserivo, altre dicevo 'ma no, questo non si può'. E invece aveva ragione lui...".

Qualche volta fai pensieri strani
con una mano, una mano, ti sfiori,
tu sola dentro la stanza
e tutto il mondo fuori


Nel 1979, Albachiara finisce nelle retrovie della tracklist del secondo album di Vasco, Non siamo mica gli americani. I testimoni dell'epoca raccontano del 9 agosto 1979, quando Vasco, capelli corti, come appare anche sulla copertina dell'album, perché reduce dal servizio militare, presenta per la prima volta Albachiara, rigorosamente in playback, alla Bussoladomani di Viareggio, in una serata che oggi definiremmo per "emergenti". Difficile, in quella strana cornice vacanziera, prevedere un futuro da rockstar per quel ragazzo di provincia, magro, volto affilato, occhi azzurri e uno sguardo da decifrare, approdo difficile anche quando sorride. Ancor più arduo pronosticare Albachiara come una delle canzoni più cantate, fischiettate, strimpellate dalla gente comune , in privato come in attimi di vita condivisa.

Se l'adolescente di Albachiara è un virgulto che sboccia alla vita, la canzone dirama pian piano le sue radici nel sentire popolare. E' il primo vero successo di Vasco, che nel giro di qualche anno si fa largo sulla scena musicale italiana con Colpa d'Alfredo e Vado al massimo. Ed è ormai personaggio di dominio nazionale quando ritrova la protagonista della canzone. Lo rivela nel libro autobiografico La versione di Vasco: "Quando lei ne compì diciotto e io, praticamente, non ero più perseguibile, glielo dissi: guarda che l'ho scritta per te Albachiara. Lei non ci voleva credere e fu così che mi venne Una canzone per te...".

Anche Gaetano Curreri la conosceva. "Sapevo chi era, quella ragazza di Zocca. Avevo colto in lei questo aspetto romantico. Pensavo a quelle foto un po' sfumate, dai contorni non così precisi. Visi quasi angelici, che però non coglievi in tutta la loro precisione. Ecco, io volli dare quell'idea eterea con la mia introduzione al piano. Man mano l'obiettivo si metteva a fuoco e nella parte rock veniva fuori l'immagine nitida, quasi provocatoria, di questa ragazza alla scoperta del corpo e della sessualità. Avendola vista e non solo immaginata, quella ragazza dava anche a me quell'idea lì".

"Tu sei già troppo grande/ e io continuo a parlare di te/ ma chissà poi perché..." si chiede Vasco in Una canzone per te, parte di Bollicine, il disco che nel 1983 lo avrebbe incoronato rockstar con il successo di Vita spericolata e il più clamoroso e beneaugurante ultimo posto della storia del Festival di Sanremo. Il "chissà poi perché" di Vasco è pura retorica: Albachiara non gli appartiene più. Il pubblico se n'è ormai impadronito, impossibile scardinarla dalla scaletta dei concerti. Quando, alle prime note, scattano gli accendini e il coro.

Col tempo, l'attesa del pubblico per Albachiara indurrà Vasco a farne la canzone di chiusura dei suoi concerti, sempre più potenti e imponenti. A Imola, per l'Heineken Jammin' Festival 1998, il popolo di Vasco invade l'autodromo "Enzo e Dino Ferrari" in modo così massiccio da indurre i quotidiani a scrivere di una nuova Woodstock. La gente non affolla soltanto l'ampio sterrato antistante il palco, ma si riversa in ogni intercapedine del circuito, arrampicandosi fin sulle colline circostanti.

Incontrato alcuni anni fa, il chitarrista americano Stef Burns, nella band di Vasco dal 1995, ricordava distintamente quella notte: "Quando ho iniziato a suonare con Vasco ho capito che eravamo su un altro livello. Nella sua musica c'è sicuramente il gusto per il rock, ma anche tanto cuore nelle ballads, nei testi e nelle melodie. Una sensibilità speciale. Ma non avevo mai visto una simile carica di emozione e di passione in così tanta gente tutta assieme".

Quando a Imola giunge l'ora di Albachiara, centinaia di migliaia di fiammelle accese, una distesa luminosa e tremolante che dalle prime file si allunga fino a disegnare il profilo dei rilievi contro il cielo buio. Uno spettacolo che toglie il fiato anche a chi non è al festival per Vasco. E' come se dal palco si diffonda nell'atmosfera polline iridescente, un incredibile sbocciare di luce.

In fondo, come canta Vasco, sarà che certe canzoni "son come i fiori...". Albachiara. E Giulia, Laura, Jenny, Sally, Susanna, Gabri, alcuni dei nomi in cui Vasco Rossi ha identificato la "sua" donna in oltre 30 anni di canzoni. Raccolte per la Scala in un bouquet.


Da LaRepubblica del 02/04/2012
 
 
Efrem

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