giovedì 30 ottobre 2008

Cari Prof...

Non è per difendere la riforma Gelmini (che non condivido), ma su LA STAMPA di oggi è pubblicata qs lettera che fa riflettere...
Una lettrice scrive:
«Riferendomi allo sciopero generale del personale della Scuola pubblica programmato per oggi, senza soffermarmi sul rapporto qualità/risultati, peraltro sotto gli occhi di tutti, del nostro sistema scolastico, vorrei precisare quanto segue: sono farmacista dipendente, laureata, lavoro 40 ore settimanali per uno stipendio pari a quello degli insegnanti (1.200 euro mensili) che però di ore effettive ne lavorano 20. Non so che cosa siano le vacanze natalizie, pasquali, e per quelle estive posso sperare di usufruire al massimo di 2, 3 settimane consecutive di ferie, lavoro al sabato, nei turni domenicali e festivi secondo la programmazione annuale.
«Mi si può obiettare che gli insegnanti sono oberati da assemblee e corsi di aggiornamento: benissimo, anche per noi è obbligatorio l'aggiornamento professionale da effettuarsi extra orario di lavoro e cioè nel giorno del riposo settimanale, o il sabato o la domenica o la sera tra le 20,30 e le 24.
«Qualcuno vuole fare cambio? Io sono a disposizione.
«Ah, dimenticavo: avete mai visto una farmacia chiusa per sciopero?...Io no!».
GABRIELLA AIROLA

J.

7 commenti:

claramenteparlando ha detto...

Dopo un tempo biblico di assenza (del resto chiamarsi Efrem vorrà pur dire qualcosa!) mi permetto un commento:
- lavori in farmacia e non in miniera.
- se appertieni alla fascia sfigata di una delle categorie che guadagna di più in Italia non è colpa nostra
- anche a mio padre hanno rubato l'autoradio ma non lo augura a nessuno
- per ultimo ma non per importanza: cosa centra il lavoro più o meno bello e gratificante che fa ognuno di noi con i tagli sulla scuola?
Credo la questione sul tavolo sia di spessore ben diverso!
Suppostamente vostro

Efrem

Fabio ha detto...

Un non commento vale più di mille parole, non conosco la questione scuola e quindi taccio in proposito, ma condivido la visione della farmacista "sfigata".
In Italia tutti e dico TUTTI pensano che lo Stato debba intervenire, sanare e sganciare soldi a pioggia, perchè lo Stato siamo noi, perchè a Roma sono tutti ladri...etc.
Qualcosa è cambiato non perchè oggi c'è questo invece di quello, ma perchè i soldi sono finiti.
BENE!!!
Rimborccarsi le maniche, lavorare, e a chi non piace cambiare aria, vada all'estero a confrontarsi con la realtà dei fatti.
Comuque ribadisco questo sfogo non c'etnra nulla sulla questione scuola, ma solo perchè condivido la farmacista "sfigata"......
.......Dimenticavo un nostro concittadino (saviglianese), giovane professore universitario, scontento e deluso del sistema Italia, ha deciso di cambiare aria.
E' andato ad Harvard e per ora lì lo hanno preso e se lo tengono, magari pagandolo meno e facendolo lavorare di più di ciò che faceva in Italia. E' una questione di stimoli!!! LAVORARE GENTE, LAVORARE!!!
Ho lavorato duro e adesso che ho 2 autoradio qualcuno pensa che le abbia rubate......solo in Italia!!!!

claramenteparlando ha detto...

Premesso che il messaggio era: 'Quanto sei sfigata non c'entra nulla con le rivendicazioni sindacali degli insegnanti. Ancora di meno con i tagli alla scuola elementare'
Un tempo avremmo parlato di odio di classe.
Non riesco a considerare svantaggiata una persona che ha le stesse difficoltà di decine di milioni di Italiani (me compreso).
Il concetto banale è che ognuno di noi rema dalla sua parte e che non ha molto senso sperare nel male altrui.
Sono convinto, presuntuosamente, di non guadagnare abbasta per la fatica che ho fatto a formarmi e per il lavoro che svolgo, però non penso che tutti i commercialisti debbano essere ingabbiati perchè mediamente guadagnano molto più di me. Molto in alcuni casi è un eufemismo.
Visto che il concetto è lavorare lavorare lavorare e basta, con un po' di retorica: perchè vale di più il lavoro di un idraulico che quello di un poliziotto?
Perchè i soldi sono finiti e il secondo è uno statale che ruba lo stipendio?
Si lavora più duro in fonderia o in uno studio di paghe?

Efrem

Fabio ha detto...

Grande Efrem con te il dibattito è sempre acceso e ciò mi piace, purchè costruttivo!!
Replico per mancanza di tempo, in maniera troppo concisa:
(1) l'"odio" e la "classe" lasciamoli ad altri tempi che per fortuna sono passati e non li abbiamo vissuti;
(2) non capisco il punto in cui non consideri svantaggiata una dipendente farmacista perchè uguale a molti altri (mal comune mezzo gaudio) significa che se ad essere inculati sono tanti a me fa meno male........non penso, ma proverò in gruppo;
(3) quando parlavo di lavoro duro e giusta ricompensa non alludevo ai commercialisti, intedevo un discorso più genreale".....chi ha di più chissà come se lo è fatto!!!!"
(4) Il Mercato (domanda, offerta) deve decidere quanto vale un lavoro e soprattutto chi lo fa, nè noi nè tanto meno lo dovrebbero decidere lo Stato o i sindacati. Se io oggi guidassi una carrozza a cavallo guadagnerei un cazzo, ma se lo avessi fatto 200 anni fa magari avrei fatto soldi a palate, la fatica sarebbe stata la stessa.
Sarebbe bello pensare che più lavori più gadagni, ma è il risultato del lavoro sulla società che rende un lavoro più o meno redditizio.
(5) lavorare duro = maggior stipendio è un concetto che non è mai esistito nenache ai tempi dei "Gulag", anzi si lavorava sodo e si moriva di stenti, ma chi è che la pensa così??
attendo tue news.

claramenteparlando ha detto...

Condivido il divertimento. Però continuo a non capire come siano in relazione le condizioni di lavoro di una farmacista con la riforma della scuola.
Un paio di precisazioni:
Le domande erano riflessioni su cui ancora sto pensando. La retribuzione di chi fornisce un servizio essenziale per me è ancora un bel dilemma (come il costo dell'acqua quando inizi un corso di ec. politica).
Il sindacato è un attore dell'economia di mercato e non di piano (tu sei ultraliberista...).
Il problema con la farmacista era che la soluzione non era cogliere la prima occasione per piangersi addosso. Ha fatto delle scelte, può farne altre per migliorare la sua condizione. La sua crescita sociale non passa dal male altrui (odio di classe).
Insomma volemose bene

Fabio ha detto...

Adesso parli troppo difficile!!! Così non permetti il contradditorio perchè nessuno ti capisce........ma io ad economia politica non mi sono mai chiesto quanto costa l'acqua?? ;P

claramenteparlando ha detto...

Se sei nel deserto quanto vale un bicchiere d'acqua? Non ha prezzo.
Quanto paghi un bicchiere d'acqua a casa tua? Pochissimo.
Allora l'acqua quanto vale? E' essenziale alla nostra sopravvivenza ma questo non ne determina il valore di mercato.

Efrem