martedì 22 dicembre 2009
DOVE ASSAPORARE LA VITA
Di lunedì a pranzo doveva essere, e così è stato. Ogni posto ha un rito, ad ogni rito il suo calendario.
Lo scenario era propizio: la disponibilità entusiasta degli amici, un pretesto (ma mica tanto), il paesaggio imbiancato, altra neve imminente nell’aria. E la piola giusta, cioè l’atmosfera.
Quella de “La locanda di Damawilù” (acronimo affettivo) a Pratoguglielmo, quattro case e un campanile pochi chilometri sotto Pian Munè. Non fosse per il passaparola di chi (Beppe Giuggia, Osvaldo Giri) in montagna ci va anche per la convivialità, difficilmente ne verresti a conoscenza. L’ha aperta nell’estate 2007 Sonia Mantovani, empatica e intraprendente signora milanese. Per 25 anni ha gestito un ristorante nella metropoli meneghina, quartiere Sant’Ambrogio. Un figlio d’arte rimasto all’ombra della Madunina. Non riuscendo ad immaginarsela pensionata, amici di Moncalieri le avevano segnalato (in verità quasi imposto) questo angolo della Valle Pò. Va da sé, non ci era mai stata. Per gran parte dell’anno è l’unica residente, sicché all’occorrenza il suo locale funge da farmacia, panetteria, drogheria, punto informativo e altro ancora a seconda delle esigenze dei villeggianti. Senza che l’abbiano votata, Sonia è assessore de facto al turismo: da Milano ha importato la“Fiera degli O bej O bej”, un mercatino di piccolo antiquariato, artigianato e dolciumi che si svolge il ponte dell’Immacolata e dove si mangiano frittelle. Va da sé, preparate da lei.
Giorni come il lunedì si sdoppia: cuoca e cameriera. In quelli di punta l’aiutano un signore ai fornelli e una ragazza ai tavoli. La cucina è al piano di sopra: infila i vassoi nel montacarichi, con sincronismo svizzero scende le scale a riceverli e li porta in tavola. Un menù genuino, che at gava la fam, tipico del territorio ma con rimandi alla provenienza della locandiera. Come il secondo che abbiamo mangiato noi: teneri sbocconcelli di lonza di maiale amalgamati nella verza, accompagnati da morbida polenta (la fanno sempre). Sonia lo definisce “un millesimo di cassoeula”, piatto tipico della tradizione lombarda. Per dolce, una panna cotta al cioccolato. I primi erano stati squisiti agnolotti aromatizzati con foglie di salvia ed una saporita zuppa di riso e verdure. Antipasti vari: affettati, peperoni al bagnetto verde, arrosto e lingua con salsa, lattuga al forno con fonduta. Acqua, vino e caffè. Servizio curato. Il prezzo non lo riportiamo: potreste non crederci, quindi provate.
Dice Sonia che i ritmi frenetici non le mancano, che si trova benissimo, che non si annoia affatto perché gli avventori non mancano e di cose da fare (e da inventarsi: la Fiera) ce ne sono tante. Autoironica, confessa che quando deve scendere a Paesana per compere le viene da dire “vado in città”. Serenamente stoica, racconta che la nevicata dello scorso Natale le seppellì 40 prenotazioni. Gli spazzaneve si erano dimenticati i tornanti che salgono a Pian Munè. Guardò suo figlio (venuto a darle una mano) e disse: “Quando mai ci è capitato di sederci a tavola in un dì di festa?”. Apparecchiarono lo stesso, loro due e una candela.
Pretende le si dia del tu e invita a prendersela comoda: la chitarra alla parete non è mero arredamento. Certo non la impugneresti per cantare, come Vasco, “odio di lunedì”.
Assaporare la vita è esercizio che richiede tempo. Ma gli amici, la montagna e la piola giusta te lo facilitano.
Gg
Postilla: sulla strada del ritorno siamo rimasti incolonnati proprio davanti a dove lavora Madrina. Spontanea l’esclamazione: “Facciamole una sorpresa!”. La sorpresa è stata apprendere che lei era in ferie…
LA LOCANDA di DAMAWILÙ, Frazione Pratoguglielmo, Paesana-Pian Muné, per prenotazioni tel. 0175.98.73.54/347.94.20.956, chiuso il lunedì sera e il martedì tutto il giorno.
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2 commenti:
Cacchio per una volta che faccio "schisa" !!
Un fortissimo GRAZIE a Giangi per l'organizzazione ed al resto del gruppo per aver aderito all'iniziativa!!!!!!
Jean
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