Un anonimo (per scelta) imprenditore di Adro, in provincia di Brescia, ha saldato il debito contratto da alcune famiglie del paese con la mensa della scuola che era costato l'esclusione di alcuni bambini dai pasti. L'imprenditore ha scritto una lettera nella quale critica i suoi concittadini e soprattutto la politica.
Ecco la lettera:
«Mi vergogno di questa intolleranza»
Pago io la mensa per gli alunni poveri.
Sono figlio di un mezzadro che non aveva soldi ma un infinito
patrimonio di dignità. Ho vissuto i miei primi anni di vita in una
cascina come quella del film "L´albero degli zoccoli". Ho studiato molto
e oggi ho ancora intatto tutto il patrimonio di dignità e inoltre ho
guadagnato i soldi per vivere bene. È per questi motivi che ho deciso
di rilevare il debito dei genitori di Adro che non pagano la mensa
scolastica.
A scanso di equivoci, premetto che:
- Non sono "comunista". Alle ultime elezioni ho votato per FORMIGONI.
Ciò non mi impedisce di avere amici dì tutte le idee politiche. Gli
chiedo sempre e solo la condivisione dei valori fondamentali e al primo
posto il rispetto della persona.
- So perfettamente che fra le 40 famiglie alcune sono di furbetti che ne
approfittano, ma di furbi ne conosco molti. Alcuni sono milionari e
vogliono anche fare la morale agli altri. In questo caso, nel dubbio sto
con i primi. Agli extracomunitari chiedo il rispetto dei nostri costumi
e delle nostre leggi, ma lo chiedo con fermezza ed educazione cercando
di essere il primo a rispettarle. E tirare in ballo i bambini non è
compreso nell´educazione.
Ho sempre la preoccupazione di essere come quei signori che seduti in
un bel ristorante se la prendono con gli extracomunitari. Peccato che
la loro Mercedes sia appena stata lavata da un albanese e il cibo
cucinato da un egiziano. Dimenticavo, la mamma è a casa assistita da una
signora dell´Ucraina.
Vedo attorno a me una preoccupante e crescente intolleranza verso chi
ha di meno. Purtroppo ho l´insana abitudine di leggere e so bene che i
campi di concentramento nazisti non sono nati dal nulla, prima ci sono
stati anni di piccoli passi verso il baratro. In fondo in fondo chiedere
di mettere una stella gialla sul braccio agli ebrei non era poi una
cosa che faceva male.
I miei compaesani si sono dimenticati in poco tempo da dove vengono.
Mi vergogno che proprio il mio paese sia paladino di questo spostare
l´asticella dell´intolleranza di un passo all´anno, prima con la taglia,
poi con il rifiuto del sostegno regionale, poi con la mensa dei
bambini, ma potrei portare molti altri casi.
Quando facevo le elementari alcuni miei compagni avevano il sostegno
del patronato. Noi eravamo poveri, ma non ci siamo mai indignati. Ma
dove sono i miei compaesani, ma come è possibile che non capiscano
quello che sta avvenendo?
Che non mi vengano a portare considerazioni "miserevoli". Anche il
padrone del film di cui sopra aveva ragione. La pianta che il contadino
aveva tagliato era la sua. Mica poteva metterla sempre lui la pianta per
gli zoccoli. (E se non conoscono il film che se lo guardino..)
Ma dove sono i miei sacerdoti. Sono forse disponibili a barattare la
difesa del crocifisso con qualche etto di razzismo. Se esponiamo un bel
rosario grande nella nostra casa, poi possiamo fare quello che vogliamo?
Vorrei sentire i miei preti "urlare", scuotere l´animo della gente,
dirci bene quali sono i valori, perché altrimenti penso che sono anche
loro dentro il "commercio".
Ma dov´è il segretario del partito per cui ho votato e che si vuole
chiamare "partito dell´amore". Ma dove sono i leader di quella Lega che
vuole candidarsi a guidare l´Italia.
So per certo che non sono tutti ottusi ma che non si nascondano dietro
un dito, non facciano come coloro che negli anni 70 chiamavano i
brigatisti "compagni che sbagliano".
Ma dove sono i consiglieri e gli assessori di Adro? Se credono
davvero nel federalismo, che ci diano le dichiarazioni dei redditi loro e
delle loro famiglie negli ultimi 10 anni. Tanto per farci capire come
pagano le loro belle cose e case.
Non vorrei mai essere io a pagare anche per loro. Non vorrei che il loro
reddito (o tenore di vita) venga dalle tasse del papà di uno di questi
bambini che lavora in fonderia per 1200 euro mese (regolari).
Ma dove sono i miei compaesani che non si domandano dove, come e
quanti soldi spende l´amministrazione per non trovare i soldi per la
mensa. Ma da dove vengono tutti i soldi che si muovono, e dove vanno?
Ma quanto rendono (o quanto dovrebbero o potrebbero rendere) gli oneri
dei 30.000 metri cubi del laghetto Sala. E i 50.000 metri della nuova
area verde sopra il Santuario chi li paga? E se poi domani ci
costruissero? E se il Santuario fosse tutto circondato da edifici? Va
sempre bene tutto?
Ma non hanno il dubbio che qualcuno voglia distrarre la loro attenzione
per fini diversi. Non hanno il dubbio di essere usati? È già successo
nella storia e anche in quella del nostro paese.
Il sonno della ragione genera mostri.
Io sono per la legalità. Per tutti e per sempre. Per me quelli che
non pagano sono tutti uguali, quando non pagano un pasto, ma anche
quando chiudono le aziende senza pagare i fornitori o i dipendenti o le
banche. Anche quando girano con i macchinoni e non pagano tutte le
tasse, perché anche in quel caso qualcuno paga per loro.
Sono come i genitori di quei bambini. Ma che almeno non pretendano di
farci la morale e di insegnare la legalità perché tutti questi begli
insegnamenti li stanno dando anche ai loro figli.
E chi semina vento, raccoglie tempesta!
I 40 bambini che hanno ricevuto la lettera di sospensione servizio
mensa, fra 20/30 anni vivranno nel nostro paese. L´età gioca a loro
favore. Saranno quelli che ci verranno a cambiare il pannolone alla casa
di riposo. Ma quei giorno siamo sicuri che si saranno dimenticati di
oggi?
E se non ce lo volessero più cambiare? Non ditemi che verranno i nostri
figli perché il senso di solidarietà glielo stiamo insegnando noi
adesso. È anche per questo che non ci sto.
Voglio urlare che io non ci sto. Ma per non urlare e basta ho deciso
di fare un gesto che vorrà dire poco, ma vuole tentare di svegliare la
coscienza dei miei compaesani.
Ho versato quanto necessario a garantire il diritto all´uso della
mensa per tutti i bambini, in modo da non creare rischi di dissesto
finanziario per l´amministrazione, in tal modo mi impegno a garantire
tutta la copertura necessaria per l´anno scolastico 2009/2010.
Quando i genitori potranno pagare, i soldi verranno versati in modo
normale, se non potranno o vorranno pagare il costo della mensa residuo
resterà a mio totale carico. Ogni valutazione dei vari casi che
dovessero crearsi è nella piena discrezione della responsabile del
servizio mensa.
Sono certo che almeno uno di quei bambini diventerà docente
universitario o medico o imprenditore o infermiere e il suo solo
rispetto varrà la spesa.
Ne sono certo perché questi studieranno mentre i nostri figli faranno le
notti in discoteca o a bearsi con i valori del "grande fratello".
Il mio gesto è simbolico perché non posso pagare per tutti o per
sempre e comunque so benissimo che non risolvo certo i problemi di
quelle famiglie.
Mi basta sapere che per i miei amministratori, per i miei compaesani e
molto di più per quei bambini sia chiaro che io non ci sto e non sono
solo.
Molto più dei soldi mi costerà il lavorio di diffamazione che come
per altri casi verrà attivato da chi sa di avere la coda di paglia. Mi
consola il fatto che catturerà soltanto quelle persone che mi onoreranno
del loro disprezzo.
Posso sopportarlo. L´idea che fra 30 anni non mi cambino il pannolone
invece mi atterrisce.
Ci sono cose che non si possono comprare. La famosa carta di credito
c´è, ma solo per tutto il resto.
Un cittadino di Adro
venerdì 30 aprile 2010
giovedì 29 aprile 2010
BAGARINO
Ciao a tutti,
vendo 3 biglietti per il concerto di ELISA al PALAOLIMPICO di Torino.
II anello non numerato
€ 46
Se interessati, contattatemi.
Jean
vendo 3 biglietti per il concerto di ELISA al PALAOLIMPICO di Torino.
II anello non numerato
€ 46
Se interessati, contattatemi.
Jean
mercoledì 28 aprile 2010
martedì 27 aprile 2010
AUGURI PULICICLONE !
Non aggiungo altro...
Jovanotti fa lezione a Harvard
"Musica, diritti umani ed emozioni"
Negli Usa per una serie di concerti, Lorenzo invitato nel più antico ateneo americano per raccontare la sua esperienza. Qui anticipa i contenuti del suo discorso. "La musica è uno spazio in cui si realizza un tipo di giustizia che fuori dalla musica non esiste.
"Io non faccio rap, me ne sono servito come mezzo espressivo in gioventù. Oggi faccio la mia musica e la mia musica vuole solo il bene della gente". Questo rispondeva Jovanotti a chi, qualche anno fa, gli chiedeva di rispondere a chi contestava il suo ruolo di "padrino" del genere musicale in una scena sempre più dominata da rapper incavolati con la vita. Una risposta che sintetizza e spiega, come una massima, le ragioni dell'invito giunto a Lorenzo Cherubini dall'Università di Harvard.
Perché a Cambridge, Massachussets, nel più antico ateneo degli Stati Uniti, oggi Lorenzo salirà in cattedra per parlare di un tema strettamente collegato alla bontà, al bene, alla solidarietà e all'empatia col genere umano: il rapporto tra musica e diritti umani. Un invito che, oltre a impreziosire la tournée statunitense di Lorenzo, suona anche come un alto riconoscimento all'instancabile richiamo della sua musica al desiderio di un mondo migliore e alla responsabilità di tutti per guadagnarcelo.
Jovanotti scrive dall'America per raccontare lo spirito e le intenzioni con cui si appresta a salire sullo scranno della prestigiosa istituzione universitaria. E lascia intendere che non rinuncerà al suo modo di essere, diretto e spontaneo, anche in questa solenne occasione. "Ad Harvard - scrive Lorenzo -, dove sono stato invitato a raccontare il mio punto di vista su musica leggera e diritti umani, parlerò quasi solo di emozioni. Della conoscenza che si acquisisce attraverso le emozioni come qualcosa di diretto e incancellabile".
Madrina
"Musica, diritti umani ed emozioni"
Negli Usa per una serie di concerti, Lorenzo invitato nel più antico ateneo americano per raccontare la sua esperienza. Qui anticipa i contenuti del suo discorso. "La musica è uno spazio in cui si realizza un tipo di giustizia che fuori dalla musica non esiste.
"Io non faccio rap, me ne sono servito come mezzo espressivo in gioventù. Oggi faccio la mia musica e la mia musica vuole solo il bene della gente". Questo rispondeva Jovanotti a chi, qualche anno fa, gli chiedeva di rispondere a chi contestava il suo ruolo di "padrino" del genere musicale in una scena sempre più dominata da rapper incavolati con la vita. Una risposta che sintetizza e spiega, come una massima, le ragioni dell'invito giunto a Lorenzo Cherubini dall'Università di Harvard.
Perché a Cambridge, Massachussets, nel più antico ateneo degli Stati Uniti, oggi Lorenzo salirà in cattedra per parlare di un tema strettamente collegato alla bontà, al bene, alla solidarietà e all'empatia col genere umano: il rapporto tra musica e diritti umani. Un invito che, oltre a impreziosire la tournée statunitense di Lorenzo, suona anche come un alto riconoscimento all'instancabile richiamo della sua musica al desiderio di un mondo migliore e alla responsabilità di tutti per guadagnarcelo.
Jovanotti scrive dall'America per raccontare lo spirito e le intenzioni con cui si appresta a salire sullo scranno della prestigiosa istituzione universitaria. E lascia intendere che non rinuncerà al suo modo di essere, diretto e spontaneo, anche in questa solenne occasione. "Ad Harvard - scrive Lorenzo -, dove sono stato invitato a raccontare il mio punto di vista su musica leggera e diritti umani, parlerò quasi solo di emozioni. Della conoscenza che si acquisisce attraverso le emozioni come qualcosa di diretto e incancellabile".
Madrina
giovedì 22 aprile 2010
IMPAGABILE
Per chi se lo fosse perso ieri, il BUONGIORNO di GRAME era davvero bello bello bello bello...
J.
Oggi per me la notizia più importante del mondo è che Dario Brazzo è sceso in garage e si è impiccato. Aveva 50 anni e faceva l’imbianchino a Villadose, provincia di Rovigo, nel Nordest dove i soldi crescevano e adesso non si trovano più. Accanto al cadavere, un biglietto. Dario Brazzo chiede scusa ai figli e ringrazia polemicamente i tre debitori che, rifiutandosi di saldare il conto delle sue prestazioni professionali, lo hanno mandato in rovina. Chissà se quei tre dormiranno male, stanotte. Temo che continueranno a sentirsi perfettamente a loro agio in questa società fondata sui mutui, nella quale sopravvivono soltanto i furbi. Quelli che incassano subito e non pagano mai.
Uno pensa ai bisticci di potere con cui giornali e tivù si riempiono la pancia e ne coglie la sostanziale irrilevanza rispetto alle riforme di cui ha fame la gente vera. Fra queste la trasformazione della giustizia civile in qualcosa di giusto e di civile, che permetta per esempio a un imbianchino con moglie e figli a carico di ottenere ciò che gli spetta, la ricompensa del suo lavoro, senza dover aspettare un’era geologica. Ingannato e umiliato da chi ha usufruito dei suoi servizi e ora, consapevole della propria impunità, lo irride trattandolo come uno che chiede l’elemosina. Così chi aspetta i soldi muore, mentre chi deve darli campa benone e fa pure la vittima e il nullatenente. Costoro hanno tutto il nostro disgusto, ma tanto non sanno che farsene. Avrebbero bisogno di uno Stato che mordesse loro le tasche, visto che l’anima, quella l’hanno perduta da un pezzo.
J.
Oggi per me la notizia più importante del mondo è che Dario Brazzo è sceso in garage e si è impiccato. Aveva 50 anni e faceva l’imbianchino a Villadose, provincia di Rovigo, nel Nordest dove i soldi crescevano e adesso non si trovano più. Accanto al cadavere, un biglietto. Dario Brazzo chiede scusa ai figli e ringrazia polemicamente i tre debitori che, rifiutandosi di saldare il conto delle sue prestazioni professionali, lo hanno mandato in rovina. Chissà se quei tre dormiranno male, stanotte. Temo che continueranno a sentirsi perfettamente a loro agio in questa società fondata sui mutui, nella quale sopravvivono soltanto i furbi. Quelli che incassano subito e non pagano mai.
Uno pensa ai bisticci di potere con cui giornali e tivù si riempiono la pancia e ne coglie la sostanziale irrilevanza rispetto alle riforme di cui ha fame la gente vera. Fra queste la trasformazione della giustizia civile in qualcosa di giusto e di civile, che permetta per esempio a un imbianchino con moglie e figli a carico di ottenere ciò che gli spetta, la ricompensa del suo lavoro, senza dover aspettare un’era geologica. Ingannato e umiliato da chi ha usufruito dei suoi servizi e ora, consapevole della propria impunità, lo irride trattandolo come uno che chiede l’elemosina. Così chi aspetta i soldi muore, mentre chi deve darli campa benone e fa pure la vittima e il nullatenente. Costoro hanno tutto il nostro disgusto, ma tanto non sanno che farsene. Avrebbero bisogno di uno Stato che mordesse loro le tasche, visto che l’anima, quella l’hanno perduta da un pezzo.
martedì 20 aprile 2010
BAUSTELLE A TORINO
Ricordo a tutti l'imperdibile appuntamento di domenica sera.
Madrina non mi paccare!!!!!!!!!!!!!!!
Jean
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domenica 18 aprile 2010
L'orgoglio di sentirsi italiano
Tra le (molte) cose per cui sento ancora vibrare l'orgoglio di essere italiano, ve ne sono due in particolare che in questi giorni sono state oggetto di attacchi che ritengo intollerabili.
1)Le molte, moltissime realtà che nel nostro Paese combattono una guerra (con morti, feriti, proprio come nelle guerre militari) quotidiana contro la criminalità organizzata sanno che il nemico è tremendamente vero, pericoloso, spietato.
Di tutto questo ci ha raccontato, urlato, denunciato il buon Saviano con il suo libro Gomorra.
Sentire che il nostro Premier giudichi tutto questo pericoloso perchè pubblicizza negativamente l'immagine dell'Italia, credo sia una doppia condanna verso chi è vittima della guerra contro le mafie.
(ha peraltro fatto bene al Suo portafoglio, siccome la Sua casa editrice ha portato a casa qualche milionata di euro dal libro)
Non mi dilungo in commenti personali, sia il lettore, che spero indignato come me, a giudicare, non prima di aver letto la risposta che Saviano ha scritto e che trovate qui sotto:
http://www.repubblica.it/politica/2010/04/17/news/lettera_saviano-3407443/
2)Emergency è una associazione ITALIANA dal profilo internazionale che opera in territori di guerra prestando assistenza sanitaria a TUTTI.
Che cosa abbia compiuto in tutti questi anni è sotto gli occhi di tutti, e chi non lo sa, faccia due parole con gli operatori che per Emergency han lavorato.
Salvare vite umane senza distinguere le persone in razze, partiti politici, fazioni etniche, religiose o quant'altro, è un mestiere che dà fastidio, perchè avvalora la tesi che le ostilità si possano superare, e che alimentare conflitti porti profitti a qualcuno.
Se volete esprimere il vostro supporto, in un momento in cui Emergency è oggetto di attacchi irresponsabili, è suffuciente compilare il format che trovate sotto:
http://www.emergency.it/appello/form.php?ln=It
Ieri Gino Strada ha raccontato che in Afganistan, dove internet non c'è, più di diecimila persone si sono presentate ai banchetti di Emergency per firmare.
A noi basta un clik..
Jean
1)Le molte, moltissime realtà che nel nostro Paese combattono una guerra (con morti, feriti, proprio come nelle guerre militari) quotidiana contro la criminalità organizzata sanno che il nemico è tremendamente vero, pericoloso, spietato.
Di tutto questo ci ha raccontato, urlato, denunciato il buon Saviano con il suo libro Gomorra.
Sentire che il nostro Premier giudichi tutto questo pericoloso perchè pubblicizza negativamente l'immagine dell'Italia, credo sia una doppia condanna verso chi è vittima della guerra contro le mafie.
(ha peraltro fatto bene al Suo portafoglio, siccome la Sua casa editrice ha portato a casa qualche milionata di euro dal libro)
Non mi dilungo in commenti personali, sia il lettore, che spero indignato come me, a giudicare, non prima di aver letto la risposta che Saviano ha scritto e che trovate qui sotto:
http://www.repubblica.it/politica/2010/04/17/news/lettera_saviano-3407443/
2)Emergency è una associazione ITALIANA dal profilo internazionale che opera in territori di guerra prestando assistenza sanitaria a TUTTI.
Che cosa abbia compiuto in tutti questi anni è sotto gli occhi di tutti, e chi non lo sa, faccia due parole con gli operatori che per Emergency han lavorato.
Salvare vite umane senza distinguere le persone in razze, partiti politici, fazioni etniche, religiose o quant'altro, è un mestiere che dà fastidio, perchè avvalora la tesi che le ostilità si possano superare, e che alimentare conflitti porti profitti a qualcuno.
Se volete esprimere il vostro supporto, in un momento in cui Emergency è oggetto di attacchi irresponsabili, è suffuciente compilare il format che trovate sotto:
http://www.emergency.it/appello/form.php?ln=It
Ieri Gino Strada ha raccontato che in Afganistan, dove internet non c'è, più di diecimila persone si sono presentate ai banchetti di Emergency per firmare.
A noi basta un clik..
Jean
mercoledì 14 aprile 2010
Disagio
La confusione della Chiesa
di FRANCESCO MERLO
È un disagio più che un errore, non è un'analisi più o meno grossolana ma una reazione scomposta, è un danno che la Chiesa non fa agli omosessuali ma a se stessa.
Il cardinale Tarcisio Bertone, che è un uomo di solito prudente ed è, nientemeno, il numero due dello Stato Vaticano, per difendere il celibato ha abusato dell'omosessualità: "Molti sociologi, molti psichiatri hanno dimostrato che non c'è relazione tra celibato e pedofilia - ha detto in Cile - e invece molti altri hanno dimostrato, me lo hanno detto recentemente, che c'è una relazione tra omosessualità e pedofilia".
Sulla natura e le origini della pulsione pedofila sono state scritte molte cose, ma che ci sia un rapporto statistico-scientifico tra omosessualità e pedofilia è sicuramente una bugia. Detta da un teologo la bugia è ancora più grave. Il cardinale Bertone ha infatti un rapporto altissimo con il candore e con l'amore, un'abitudine filosofica con la profondità, è un uomo di Dio. Perciò davvero ci sorprende che sia entrato a piedi uniti su una questione così delicata e complessa. E ci pare, alla fine, che le sue parole non debbano essere lette come un manifesto teocratico dell'intolleranza a uso e consumo degli omofobi, ma come una drammatica confessione di debolezza, dello stato confusionale in cui si trova la Chiesa cattolica in questo momento.
Tutti sappiamo che la pedofilia è sesso con bambini o bambine, è uno dei tanti misteri della psiche e della storia dell'umanità, la conosciamo dai tempi dell'antica e tollerante Grecia. Per noi è perversione, è depravazione, è violenza perché il pedofilo rende disponibile a sé un corpo che non è ancora animato autonomamente, non è maturo per le scelte sessuali, non è responsabile. Alla bimba o al bimbo viene infatti imposto un rapporto fisico in maniera subdola da qualcuno che è più grande, è autorevole, gode della sua fiducia, esercita una forte influenza spirituale.
Ecco, a noi pare molto strano che un uomo di Chiesa non si renda conto di quanto sia oltraggioso imputare di reato l'omosessualità, associarla alla pedofilia. Noi non abbiamo la presunzione di sapere che cos'è l'omosessuale né qual è la maniera meglio accettata da Dio di definire o di praticare la sessualità in genere. Ma tutti, anche Bertone e il clero di Roma, sanno che la pedofilia è un reato, un feroce abuso e invece l'omosessualità - sia una scelta o sia imposta dalla natura - è comunque legittima tanto quanto l'eterosessualità. Hanno gli stessi titoli. A nessun cardinale è venuto in mente di giustificare o soltanto di associare con argomenti scientifici lo stupro con l'eterosessualità: ci sono eterosessuali stupratori e ci sono eterosessuali pedofili, maschi e femmine, come ci sono ladri calvi e ladri capelloni. Non è il capello che fa l'uomo ladro, illustre cardinale.
E però è così facile replicare al cardinale Bertone che mentre scriviamo stiamo ancora a chiederci che cosa sta succedendo nella nomenklatura della Chiesa di Roma. Noi sappiamo bene che ci sono molti preti all'avanguardia nella battaglia contro la pedofilia e la depravazione violenta. Sarebbe dunque grossolano sostenere che tutti i preti, in quanto celibi, sono pedofili, perché appunto ne vediamo tanti che si danno anima e corpo a difendere i bambini, a proteggere la loro ingenuità, a rilanciare l'immagine evangelica dei pargoli che vanno a Cristo.
Fosse solo dal punto di vista della comunicazione, i pastori di Roma non ne indovinano più una. Sembrano non custodire più il gregge, non proteggere più le pecorelle. Invece di limitarsi a rimediare ai propri difetti e a ripulire la propria comunità dai vizi, rispondendo ovviamente nel merito a chi eccede e a chi attacca per anticlericalismo preconcetto, si arroccano in una difesa aggressiva che è più deleteria degli attacchi subiti. L'idiozia di evocare un complotto sionista perché il New York Times appartiene a un ebreo è una tecnica tipica dei cavernicoli, da Polifemo che accecato dal suo dolore accusava Nessuno, ai falsi protocolli di Sion che imputavano agli ebrei di attentare alla cristianità. Anche la minimizzazione del quotidiano americano, definito "un tabloid", è roba da polemisti di provincia. Da uno dei poteri più antichi, sapienti e collaudati, ci si aspetterebbe un'intelligenza e una spiritualità più attrezzate.
Diciamo la verità: non siamo abituati a una Chiesa che si arrampica sugli specchi, allo smarrimento di una gerarchia ecclesiastica spaventata dagli scheletri negli armadi. Certo Tarcisio Bertone ha il diritto e anche il dovere di difendere la Chiesa e il celibato dei preti, ma offendendo così gli omosessuali tradisce la sua fragilità, espone la sua omofobia, disarma tutti i soldati di Cristo.
Da Repubblica
Ps. Aggiungo che non mi tranquillizza per nulla che il problema riguardi al massimo ‘solo’ il 2/3% dei sacerdoti (riporto da L’infedele dell’altra sera). Anche perché bisognerebbe spiegare a chi è stato abusato che è incappato in una percentuale non significativa.
Credo che per riacquisire un minimo di credibilità la Chiesa (quella con la C maiuscola che profuma d’incenso e ha il Pastorale in mano) dovrebbe lavare in piazza i panni sporchi e chiedere scusa al suo gregge per una condotta che non solo aveva come fine l’occultamento di un reato gravissimo ma ne ha anche reso possibile la reiterazione e quindi amplificato gli effetti.
Mai fu più importante per questi dotti pastori tornare alla lettura del Vangelo: da ‘Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra …’ a ‘Perché osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello…’
Il comportamento dei vertici sta sporcando e nascondendo il grandissimo lavoro della chiesa minuta, il vero pilastro di questa organizzazione, composta di tanti anonimi che senza la ribalta dei riflettori prestano la loro opera per la comunità.
Infine un pensiero per le immagini penose di Mons. Bertone che spiegava il nesso tra omosessualità e pedofilia citando presunti studiosi che non ha nominato; mi ha ricordato Elio e le storie tese quando cantavano ‘Mio cuggino’. Mio cuggino dice che solo gli Scozzesi e i travestiti portano la gonna e lui non è scozzese.
Efrem
di FRANCESCO MERLO
È un disagio più che un errore, non è un'analisi più o meno grossolana ma una reazione scomposta, è un danno che la Chiesa non fa agli omosessuali ma a se stessa.
Il cardinale Tarcisio Bertone, che è un uomo di solito prudente ed è, nientemeno, il numero due dello Stato Vaticano, per difendere il celibato ha abusato dell'omosessualità: "Molti sociologi, molti psichiatri hanno dimostrato che non c'è relazione tra celibato e pedofilia - ha detto in Cile - e invece molti altri hanno dimostrato, me lo hanno detto recentemente, che c'è una relazione tra omosessualità e pedofilia".
Sulla natura e le origini della pulsione pedofila sono state scritte molte cose, ma che ci sia un rapporto statistico-scientifico tra omosessualità e pedofilia è sicuramente una bugia. Detta da un teologo la bugia è ancora più grave. Il cardinale Bertone ha infatti un rapporto altissimo con il candore e con l'amore, un'abitudine filosofica con la profondità, è un uomo di Dio. Perciò davvero ci sorprende che sia entrato a piedi uniti su una questione così delicata e complessa. E ci pare, alla fine, che le sue parole non debbano essere lette come un manifesto teocratico dell'intolleranza a uso e consumo degli omofobi, ma come una drammatica confessione di debolezza, dello stato confusionale in cui si trova la Chiesa cattolica in questo momento.
Tutti sappiamo che la pedofilia è sesso con bambini o bambine, è uno dei tanti misteri della psiche e della storia dell'umanità, la conosciamo dai tempi dell'antica e tollerante Grecia. Per noi è perversione, è depravazione, è violenza perché il pedofilo rende disponibile a sé un corpo che non è ancora animato autonomamente, non è maturo per le scelte sessuali, non è responsabile. Alla bimba o al bimbo viene infatti imposto un rapporto fisico in maniera subdola da qualcuno che è più grande, è autorevole, gode della sua fiducia, esercita una forte influenza spirituale.
Ecco, a noi pare molto strano che un uomo di Chiesa non si renda conto di quanto sia oltraggioso imputare di reato l'omosessualità, associarla alla pedofilia. Noi non abbiamo la presunzione di sapere che cos'è l'omosessuale né qual è la maniera meglio accettata da Dio di definire o di praticare la sessualità in genere. Ma tutti, anche Bertone e il clero di Roma, sanno che la pedofilia è un reato, un feroce abuso e invece l'omosessualità - sia una scelta o sia imposta dalla natura - è comunque legittima tanto quanto l'eterosessualità. Hanno gli stessi titoli. A nessun cardinale è venuto in mente di giustificare o soltanto di associare con argomenti scientifici lo stupro con l'eterosessualità: ci sono eterosessuali stupratori e ci sono eterosessuali pedofili, maschi e femmine, come ci sono ladri calvi e ladri capelloni. Non è il capello che fa l'uomo ladro, illustre cardinale.
E però è così facile replicare al cardinale Bertone che mentre scriviamo stiamo ancora a chiederci che cosa sta succedendo nella nomenklatura della Chiesa di Roma. Noi sappiamo bene che ci sono molti preti all'avanguardia nella battaglia contro la pedofilia e la depravazione violenta. Sarebbe dunque grossolano sostenere che tutti i preti, in quanto celibi, sono pedofili, perché appunto ne vediamo tanti che si danno anima e corpo a difendere i bambini, a proteggere la loro ingenuità, a rilanciare l'immagine evangelica dei pargoli che vanno a Cristo.
Fosse solo dal punto di vista della comunicazione, i pastori di Roma non ne indovinano più una. Sembrano non custodire più il gregge, non proteggere più le pecorelle. Invece di limitarsi a rimediare ai propri difetti e a ripulire la propria comunità dai vizi, rispondendo ovviamente nel merito a chi eccede e a chi attacca per anticlericalismo preconcetto, si arroccano in una difesa aggressiva che è più deleteria degli attacchi subiti. L'idiozia di evocare un complotto sionista perché il New York Times appartiene a un ebreo è una tecnica tipica dei cavernicoli, da Polifemo che accecato dal suo dolore accusava Nessuno, ai falsi protocolli di Sion che imputavano agli ebrei di attentare alla cristianità. Anche la minimizzazione del quotidiano americano, definito "un tabloid", è roba da polemisti di provincia. Da uno dei poteri più antichi, sapienti e collaudati, ci si aspetterebbe un'intelligenza e una spiritualità più attrezzate.
Diciamo la verità: non siamo abituati a una Chiesa che si arrampica sugli specchi, allo smarrimento di una gerarchia ecclesiastica spaventata dagli scheletri negli armadi. Certo Tarcisio Bertone ha il diritto e anche il dovere di difendere la Chiesa e il celibato dei preti, ma offendendo così gli omosessuali tradisce la sua fragilità, espone la sua omofobia, disarma tutti i soldati di Cristo.
Da Repubblica
Ps. Aggiungo che non mi tranquillizza per nulla che il problema riguardi al massimo ‘solo’ il 2/3% dei sacerdoti (riporto da L’infedele dell’altra sera). Anche perché bisognerebbe spiegare a chi è stato abusato che è incappato in una percentuale non significativa.
Credo che per riacquisire un minimo di credibilità la Chiesa (quella con la C maiuscola che profuma d’incenso e ha il Pastorale in mano) dovrebbe lavare in piazza i panni sporchi e chiedere scusa al suo gregge per una condotta che non solo aveva come fine l’occultamento di un reato gravissimo ma ne ha anche reso possibile la reiterazione e quindi amplificato gli effetti.
Mai fu più importante per questi dotti pastori tornare alla lettura del Vangelo: da ‘Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra …’ a ‘Perché osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello…’
Il comportamento dei vertici sta sporcando e nascondendo il grandissimo lavoro della chiesa minuta, il vero pilastro di questa organizzazione, composta di tanti anonimi che senza la ribalta dei riflettori prestano la loro opera per la comunità.
Infine un pensiero per le immagini penose di Mons. Bertone che spiegava il nesso tra omosessualità e pedofilia citando presunti studiosi che non ha nominato; mi ha ricordato Elio e le storie tese quando cantavano ‘Mio cuggino’. Mio cuggino dice che solo gli Scozzesi e i travestiti portano la gonna e lui non è scozzese.
Efrem
martedì 13 aprile 2010
Collisioni 2010!!!
Uno stralcio del RICCO programma: Enjoy!!
‘Aspettando Collisioni’ sabato sera all’’Under King’ di Alba con ‘Parole in musica’. Sul ritmo and blues di ‘Andrea Scagliarini Blues Band’ e ‘Red White and Blues’, Valter Contiero e Iacopo Zorniotti hanno letto pagine tratte da ‘Aspetta primavera, Bandini’ e ‘Chiedi alla polvere’ celebri romanzi di John Fante in attesa dell’incontro con Dan Fante. Il figlio del famoso scrittore americano sarà a Novello il 5 giugno prossimo alle 18.30 per ‘Collisioni 2010 Vite parallele’ dove dialogherà con Vinicio Capossela e il poeta Enzo Costantino Cinaski nell’incontro ‘La primavera di Bandini’.
Sono solo alcuni tra i nomi illustri presenti quest’anno alla manifestazione letteraria e musicale organizzata in collaborazione con il Circolo dei Lettori di Torino. Il programma è già pronto con presenze nazionali ed internazionali di grande spessore. S’inizia venerdì 4 giugno alle 15, con ‘Progetto giovani 2010’. Concerti, letture, spettacoli teatrali e installazioni artistiche fino alle 18.30 quando inizieranno i ‘Suoni dal paese globale’ di Riyoko Ikeda, Yoshitaka Murata, Jeff Silberschlag accompagnati all’organo dal maestro Rodolfo Bellatti con il tocco organizzativo di ‘Italy&USA, Alba Music Festival’. Più tardi, alle 21, il magistrato Gian Carlo Caselli converserà con i Modena City Ramblers. La musica chiuderà la serata. Poi tutti a dormire perché sabato 5 giugno si comincia alle 10.30 con lo scrittore Davide Longo che parlerà di Beppe Fenoglio. Mentre alle 12, Massimo Gramellini presenterà il suo nuovo romanzo. Alle 15, l’autrice di Lady Oscar, Riyoko Ikeda, dialogherà con Antonio Scurati, Luca Scarlini e Luca Della Casa. Mentre, alle 17, Marco Travaglio converserà con Emilio Targia. In serata, alle 21.30, lo spettacolo teatrale di Paolo Rossi e Babygang. Dalle 24, si continuerà con Casino Royale feat. Gianni Miraglia. Seguirà DJ-set & music a cura di Hi-life Connection, Cinema Vekkio, Feel Good Production.
Nottata intensa e domenica 6 giugno si parte alle 10.30 con l’’Orazione Funebre a Michael Jackson’ a cura di Luca Scarlini. Alle 11.30 lezione sul noir di Massimo Carlotto. Alle 14, musica con Wu Ming 1, Wu Ming 5, Fabrizio Pagella, Irene Geninatti e l’Orchestra ‘A.Volta’. Il ricco pomeriggio letterario inizia alle 15.30 con Tonino Guerra in dialogo con Carlin Petrini e Oscar Farinetti. Alle 17, lo scrittore britannico Hari Kunzru dialogherà con Sergio Dogliani e Federica De Maria. Alle 18.30 la lezione dello scrittore israeliano Abraham Yehoshua. A chiudere ‘Collisioni 2010’ sarà il cantautore Lucio Dalla, dalle 21.30 in Piazza Monviso.
Per vivere pienamente il weekend con ‘Collisioni’ previsti pranzi e cene popolari per le vie del paese e possibilità di pernottamento in agriturismi e bed & breakfast convenzionati con la manifestazione.
Ulteriori informazioni: http://www.collisioni.net
Madrina
‘Aspettando Collisioni’ sabato sera all’’Under King’ di Alba con ‘Parole in musica’. Sul ritmo and blues di ‘Andrea Scagliarini Blues Band’ e ‘Red White and Blues’, Valter Contiero e Iacopo Zorniotti hanno letto pagine tratte da ‘Aspetta primavera, Bandini’ e ‘Chiedi alla polvere’ celebri romanzi di John Fante in attesa dell’incontro con Dan Fante. Il figlio del famoso scrittore americano sarà a Novello il 5 giugno prossimo alle 18.30 per ‘Collisioni 2010 Vite parallele’ dove dialogherà con Vinicio Capossela e il poeta Enzo Costantino Cinaski nell’incontro ‘La primavera di Bandini’.
Sono solo alcuni tra i nomi illustri presenti quest’anno alla manifestazione letteraria e musicale organizzata in collaborazione con il Circolo dei Lettori di Torino. Il programma è già pronto con presenze nazionali ed internazionali di grande spessore. S’inizia venerdì 4 giugno alle 15, con ‘Progetto giovani 2010’. Concerti, letture, spettacoli teatrali e installazioni artistiche fino alle 18.30 quando inizieranno i ‘Suoni dal paese globale’ di Riyoko Ikeda, Yoshitaka Murata, Jeff Silberschlag accompagnati all’organo dal maestro Rodolfo Bellatti con il tocco organizzativo di ‘Italy&USA, Alba Music Festival’. Più tardi, alle 21, il magistrato Gian Carlo Caselli converserà con i Modena City Ramblers. La musica chiuderà la serata. Poi tutti a dormire perché sabato 5 giugno si comincia alle 10.30 con lo scrittore Davide Longo che parlerà di Beppe Fenoglio. Mentre alle 12, Massimo Gramellini presenterà il suo nuovo romanzo. Alle 15, l’autrice di Lady Oscar, Riyoko Ikeda, dialogherà con Antonio Scurati, Luca Scarlini e Luca Della Casa. Mentre, alle 17, Marco Travaglio converserà con Emilio Targia. In serata, alle 21.30, lo spettacolo teatrale di Paolo Rossi e Babygang. Dalle 24, si continuerà con Casino Royale feat. Gianni Miraglia. Seguirà DJ-set & music a cura di Hi-life Connection, Cinema Vekkio, Feel Good Production.
Nottata intensa e domenica 6 giugno si parte alle 10.30 con l’’Orazione Funebre a Michael Jackson’ a cura di Luca Scarlini. Alle 11.30 lezione sul noir di Massimo Carlotto. Alle 14, musica con Wu Ming 1, Wu Ming 5, Fabrizio Pagella, Irene Geninatti e l’Orchestra ‘A.Volta’. Il ricco pomeriggio letterario inizia alle 15.30 con Tonino Guerra in dialogo con Carlin Petrini e Oscar Farinetti. Alle 17, lo scrittore britannico Hari Kunzru dialogherà con Sergio Dogliani e Federica De Maria. Alle 18.30 la lezione dello scrittore israeliano Abraham Yehoshua. A chiudere ‘Collisioni 2010’ sarà il cantautore Lucio Dalla, dalle 21.30 in Piazza Monviso.
Per vivere pienamente il weekend con ‘Collisioni’ previsti pranzi e cene popolari per le vie del paese e possibilità di pernottamento in agriturismi e bed & breakfast convenzionati con la manifestazione.
Ulteriori informazioni: http://www.collisioni.net
Madrina
Per la serie: non ci posso credere!
Il Vaticano riabilita i Beatles
Ringo: "E chi se ne importa"
Ringo Starr
ROMA - "I couldn't care less", e cioè "non me me potrebbe importare (o fregare, in gergo) di meno": Ringo Starr non si commuove alla notizia del "perdono" del Vaticano ai Beatles, quarant'anni dopo il loro scioglimento. Intervistato dalla Cnn, il batterista ha ricordato come all'epoca i vertici della Chiesa cattolica avessero definito i membri del gruppo "satanici o possibilmente satanici", e i conti non gli tornano: "Eravamo satanici e adesso ci perdonano?", ha commentato. "Credo che la Santa Sede abbia altre cose di cui parlare".
In un articolo pubblicato ieri dall'Osservatore romano in occasione del quarantennale dello scioglimento, i Fab four Vengono "riabilitati" - nonostante venga ricordata la loro vita di eccessi - in nome della bellezza della musica. Ma alle origini del poco affetto delle alte gerarchie cattoliche - oltre ai valori musicali e generazionali rappresentati dai Beatles negli anni Sessanta - c'è soprattutto una dichiarazione di John Lennon. Il grande artista, ucciso nel 1980 da un fanatico a New York, in un'intervista off the record rilasciata nel 1966, ma poi pubblicata, definì nel 1966 il suo gruppo "più popolare di Gesù Cristo": affermazione che tra l'altro fu citata come giustificazione dal suo omicida, Mark David Chapman. Oggi, invece, l'Osservatore ha definito quella frase "solo una spacconata di un giovanottone della working class" e celebrato i Beatles e "l'eredità inestimabile" lasciata nel loro campo di espressione.
Ma uno dei due sopravvissuti della band - l'altro è Paul McCartney - rimanda al mittente la riabilitazione postuma. Con una frase che non lascia spazio a dubbi o a diplomazie.
Da Repubblica del 13 aprile 2010
Efrem
Ringo: "E chi se ne importa"
Ringo Starr
ROMA - "I couldn't care less", e cioè "non me me potrebbe importare (o fregare, in gergo) di meno": Ringo Starr non si commuove alla notizia del "perdono" del Vaticano ai Beatles, quarant'anni dopo il loro scioglimento. Intervistato dalla Cnn, il batterista ha ricordato come all'epoca i vertici della Chiesa cattolica avessero definito i membri del gruppo "satanici o possibilmente satanici", e i conti non gli tornano: "Eravamo satanici e adesso ci perdonano?", ha commentato. "Credo che la Santa Sede abbia altre cose di cui parlare".
In un articolo pubblicato ieri dall'Osservatore romano in occasione del quarantennale dello scioglimento, i Fab four Vengono "riabilitati" - nonostante venga ricordata la loro vita di eccessi - in nome della bellezza della musica. Ma alle origini del poco affetto delle alte gerarchie cattoliche - oltre ai valori musicali e generazionali rappresentati dai Beatles negli anni Sessanta - c'è soprattutto una dichiarazione di John Lennon. Il grande artista, ucciso nel 1980 da un fanatico a New York, in un'intervista off the record rilasciata nel 1966, ma poi pubblicata, definì nel 1966 il suo gruppo "più popolare di Gesù Cristo": affermazione che tra l'altro fu citata come giustificazione dal suo omicida, Mark David Chapman. Oggi, invece, l'Osservatore ha definito quella frase "solo una spacconata di un giovanottone della working class" e celebrato i Beatles e "l'eredità inestimabile" lasciata nel loro campo di espressione.
Ma uno dei due sopravvissuti della band - l'altro è Paul McCartney - rimanda al mittente la riabilitazione postuma. Con una frase che non lascia spazio a dubbi o a diplomazie.
Da Repubblica del 13 aprile 2010
Efrem
lunedì 12 aprile 2010
Dynamo Camp
venerdì 9 aprile 2010
IL PESO DELLA FARFALLA
mercoledì 7 aprile 2010
Anche a Pasqua con poco .....
la cuoca..
La colazione...
Un pranzo leggero...
"Nessun essere umano indifferente al cibo è degno di fiducia"(Manuel Vasquez Montalban)
...per fortuna noi siamo degni della massima fiducia!;-))
Madrina
La colazione...
Un pranzo leggero...
"Nessun essere umano indifferente al cibo è degno di fiducia"(Manuel Vasquez Montalban)
...per fortuna noi siamo degni della massima fiducia!;-))
Madrina
7 kg di farina e tanta bella gente : Pizzata da Michy!!
7kg di impasto....
Rotelle al prosciutto in progress....
Donne con le mani in pasta ...
Bella gente....
La splendida padrona di casa con un'ottima "porri e salsiccia"
Rotelle al prosciutto in progress....
Donne con le mani in pasta ...
Bella gente....
La splendida padrona di casa con un'ottima "porri e salsiccia"
giovedì 1 aprile 2010
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