Il Trota ha fatto gol
Banche, fondazioni, autostrade, enti, municipalizzate: è bulimica la Lega Nord nel mangiarsi ogni fettina disponibile di sottogoverno, con tecniche ormai persino più sofisticate di quelle del mezzo secolo democristiano. Ma una forza politica "popolana" (copyright Bossi), oltre alla finanza e alle centinaia di altre poltrone di potere che promanano dagli enti locali controllati, non può trascurare il più popolare degli sport in Italia e in Padania: il calcio. Così Renzo Bossi, detto il Trota, che compare ormai quotidianamente al fianco del padre Umberto suscitando le ansie di tutte le paranze interne che lavorano sodo alla successione del capo carismatico e che temono la soluzione "dinastica", è stato incaricato di sviluppare il progetto pallone padano.
L'altro giorno a Barcellona, il Trota è stato nominato per acclamazione responsabile e delegato per l'Europa di Nf-Board. Di che si tratta ? Del calcio "Non Fifa" che, come spiega La Padania, "è un mondo fatto di passione, di entusiasmo, di sacrificio, di rispetto delle tradizioni, di amore verso la propria terra e verso il proprio popolo, attraverso quello strumento unico, semplice e meraviglioso al tempo stesso che è lo sport". Il Nf -Board, oltre alla Padania, comprende la Lapponia, le Isole Chagos, la Groenlandia, Gozo, Fiume, Cipro Nord e altri undici membri espressione di "minoranze non riconosciute". Promuove un campionato che nel prossimo giugno prevede il "Mondiale dei Popoli" femminile in Corsica e nel 2012 quello maschile in Kurdistan. Tra gli incarichi del giovane Bossi c'è quello di accrescere l'interesse "anche economico dell'universo calcistico Non -Fifa" costituito da un centinaio di squadre.
Nel giugno scorso a Gozo (Repubblica di Malta) il figlio prediletto del Senatur ha già presidiato col piglio del supermanager la partita Nazionale della Padania contro il Regno delle Due Sicilie, vinta per 2-0 portando i padani per il terzo anno consecutivo nella finale dei campionati del mondo riservati ai "Popoli senza nazione".
Intanto i maldipancia nel partito per l'onnipresenza di Renzo al fianco del padre e per l'evidente tentativo di deriva dinastica si moltiplicano, insieme alle tensioni locali che preparano il grande scontro finale sulla successione a Bossi, di cui peraltro nessuno può prevedere i tempi. Sintomatica la battaglia nel Veneto, faticosamente rientrata, tra il segretario uscente Giampaolo Gobbo e l'aspirante Flavio Tosi, il potente sindaco di Verona di cui si è ipotizzata persino l'uscita dalla Lega.
La scalata calcistica e non del Trota tiene banco nei discorsi interni persino più del federalismo quasi realizzato e del dare-avere con Berlusconi. Se Marina B. scende in campo per la successione dinastica del padre anatra zoppa (politicamente) perché non dovrebbe farlo Renzo B. ?
a.statera@repubblica.it
(27 gennaio 2011)
Madrina
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