giovedì 31 maggio 2012

Giù le mani dal nostro futuro

Infami. Vigliacchi. Carogne. Ci sono momenti in cui la bestialità di cui potenzialmente può essere capace un essere umano non trova più neppure gli aggettivi giusti o sufficienti per descriverla. Chi ha ideato, pianificato, pensato ed infine eseguito un attentato in una scuola merita di perdere lo status di essere umano. Merita tutte le pene possibili e soprattutto merita una pena: quella di perdere giuridicamente ogni legame di sangue con i propri figli. Tanto chi pensa quanto chi materialmente mette una bomba in una scuola non solo rappresenta la massima espressione di una vigliaccheria senza limiti ma sta deliberatamente attaccando il nostro futuro.

Il progetto è quello di colpire il futuro, non solo il presente. E chi vuole colpire il futuro deve essere fermato. Subito. In qualunque modo e a qualunque prezzo.
Tremano i polsi nel pensare che questo sia un copione già visto. Tremano i polsi al pensiero delle troppe bombe esplose senza avere mai saputo chi le aveva pensate e fatte esplodere. Piazze, stazioni ferroviarie squassate dalla violenza sono la parte più dolorosa della storia del nostro paese. Adesso, il nostro paese, ha l’obbligo morale e civile di difendere la propria gioventù, le sue scuole e il suo futuro.

Abbiamo passato troppo tempo ad organizzare gare di burlesque, a difendere interessi privati a scapito di quelli pubblici, a urlare dichiarazioni grottesche contro il nostro inno, contro la nostra bandiera, a utilizzare rimborsi elettorali per acquistare o ristrutturare case a propria insaputa o a comprare lauree albanesi, a cenare a base di aragosta nei migliori ristoranti, a urlare frasi populiste per ottenere nuovo consenso.

Abbiamo passato troppo tempo in un tutti contro tutti dove l’unica priorità era l’interesse personale. Abbiamo speso parole, energie per urlare e inneggiare all’anti-politica. Adesso io, come cittadino di questo paese e padre di due figli che vanno a scuola, voglio eccome, che emerga una classe politica. Di politica fatta bene, onesta, che difenda gli interessi pubblici e sia rappresentativa dei valori di questo paese e del suo futuro.

Io, come cittadino e come padre, da oggi so che ho un nemico che voglio conoscere, a cui voglio dare un nome e che voglio combattere che ha bombardato una scuola del mio paese, che è una cosa di una nefandezza tale che non succede neanche in guerra.
Io, come cittadino e come padre, voglio un paese dove vale la pena crescere i proprio figli. Dove gli infami si chiamano infami, si riconoscono, si combattono e si inseguono fino a sconfiggerli. Voglio, come cittadino e come padre, che le nostre scuole siano il posto dove il futuro si costruisce. E voglio che sia un futuro migliore.

Siamo a Firenze a giocare, sommersi da un affetto incredibile, che nella stragrande maggioranza arriva da ragazzi e ragazze che hanno l’età di Melissa. Ci siamo sempre detti che ogni autografo, ogni fotografia che ci viene richiesta non è una scocciatura ma un piccolo segnale di quanto noi siamo grati a chi ci vuole bene e un piccolo segnale di augurio per il futuro di chi ce lo chiede. Oggi, per quel pochissimo che una squadra di pallavolo può fare, ci metteremo ancora più attenzione, piacere, voglia di farlo.
Oggi, ai nostri ragazzi di 16 anni, vogliamo testimoniare con dei piccoli gesti che questo è un paese dove vale la pena crescere e che il futuro è una meravigliosa opportunità. Oggi, a tutti i ragazzi di 16 anni, vogliamo testimoniare nei fatti che, purtroppo, esistono alcuni vigliacchi e infami ma poi ci sono gli uomini e le donne di questo paese.
Oggi, gli uomini e le donne di questo paese, sono tutti brindisini e sono tutti intorno alla famiglia di Melissa e ai ragazzi feriti nel corpo o nello spirito da questa bestialità. Noi siamo fra questi, con il cuore addolorato ma che batte forte. Anche per chi non c’è più.
Mauro Berruto.
 (tratto da http://www.mauroberruto.com/2012/05/giu-le-mani-dal-nostro-futuro/ )

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