martedì 28 ottobre 2014

L'Occhio della Mucca

Consiglio di lettura : 
Io sarei troppo di parte nella recensione quindi vi incollo quella di un amico 
Assolutamente consigliato però eh !!! 
Giusto giusto il tempo di un volo da Torino a Catania 
Se volete edizione deluxe con dedica non avete che da chiedere :-) 


"L’occhio della Mucca di 
Marco Giacosa ti mostra un mazzo di pensieri di vite particolari ma che potrebbero essere anche la tua. Questa mucca (un Fassone piemontese suppongo, che pascola fra la zona dell’Albese, o le Langhe, e Torino) ha uno sguardo freddo, sensibile, sottilmente umoristico, tenero e disincantato al tempo stesso. L’occhio della mucca sono 6 racconti brevi ed uno più lungo (in cui le legittime aspirazioni dei vari personaggi vanno a confluire in un punto di “tempesta perfetta”)"
Guido Aragona 
Trovate il libro su Amazon e Ibs o direttamente dall'autore :-) 
Madrina 

Cerco l'estate tutto l'anno ...in Sicilia

Perche non è pensabile affrontare l'inverno senza aver prima fatto l'ultimo bagno di sole, calore e tante calorie in Sicilia ...
Ah a dirla tutta ci è scappato anche il bagno a mariiii :-) 
Innamorata come sempre della mia terra adottiva  , questa volta :Catania, Noto,Siracusa, Gole dell'Alcantara e Acitrezza 
Se interessa ho un sacco di posti da consigliarvi ;-) 



Chissà se resisteremo fino al 2015 ...:-)

M. 

sabato 25 ottobre 2014

Iran: impiccata Reyhaneh, condannata per aver ucciso l'uomo che voleva stuprarla

La donna, 26 anni, è stata impiccata nel carcere di Teheran in cui era rinchiusa. La famiglia della vittima avrebbe potuto perdonarla, ma pretendeva che la giovane smentisse di aver subito un tentativo di violenza carnale. Lei si è sempre rifiutata di farlo. Vani i tanti appelli internazionali, tra i quali quelli del Papa e di tantissimi intellettuali. Mogherini: ''Reyhaneh vittima due volte''Iran: impiccata Reyhaneh, condannata per aver ucciso l'uomo che voleva stuprarla
 
 
Efrem

mercoledì 22 ottobre 2014

Autunno a Sambuco



Sentiero delle Pecore :meteo, clima 
 e colori meravigliosi a Sambuco , con tappa obbligata all'osteria della Pace (che purtroppo fino a dicembre sarà chiusa per ferie) 
Assolutamente consigliato anche a chi non abbia tanta voglia di faticare :-) 



M.

giovedì 16 ottobre 2014

Potevamo forse perderci la Bagna Caoda di Faule?

Dopo essere diventati l'icona di questa manifestazione, vista l'abusiva pubblicazione della foto addirittura su LA STAMPA, il Gruppo "affiatato" ha cambiato parzialmente formazione, ma non poteva assolutamente mancare all'annuale appuntamento "alitoso" di Faule, ed è stato il solito trionfo di gusto!
Arricchito, quest'edizione, dall'esibizione delle Misssssssssssssssssssss !
J.
In giuria c'era anche il nostro Ivan Zazzaroniiiiiiiiiiiii della provincia Granda!


hihihi


mercoledì 1 ottobre 2014

Fuga dal Campo 14

La ns Clarin ci consiglia vivamente qs libro e ci chede di far girare qs storia così da aiutarla a portare l'autore in zona per raccontare dal vivo la sua storia :





Shin Dong-hyuk è l'unico uomo nato in un campo di prigionia della Corea del Nord ad essere riuscito a scappare. La sua fuga e il libro che la racconta sono diventati un caso internazionale, che ha convinto le Nazioni Unite a costituire una commissione d'indagine sui campi di prigionia nordcoreani. Il Campo 14 è grande quanto Los Angeles, ed è visibile su Google Maps: eppure resta invisibile agli occhi del mondo. Il crimine che Shin ha commesso è avere uno zio che negli anni cinquanta fuggì in Corea del Sud; nasce quindi nel 1982 dietro il filo spinato del campo, dove la sua famiglia è stata rinchiusa da decenni. Non sa che esiste il mondo esterno, ed è a tutti gli effetti uno schiavo. Solo a ventitré anni riuscirà a fuggire, grazie all'aiuto di un compagno che tenterà la fuga con lui, e ad arrivare a piedi e con vestiti di fortuna in Cina, e da lì in America. Questa è la sua storia.

Oggi, Shin ha 32 anni e fa l’ambasciatore Onu dei diritti umani, denunciando i crimini che la Corea del Nord continua a perpetrare. Sembra più giovane della sua età, vive come una missione il racconto dell’esperienza al Campo 14, in difesa dei parenti uccisi perché lui avesse salva la vita, e degli altri 200 mila prigionieri. Tra le violenze del carcere di Kaechon, la parola libertà aveva il colore del cielo, ma era vuota di significato. «Sono passati otto anni dalla mia fuga e sto cercando di adattarmi a questa società – ha detto ieri Shin –. Ho cominciato a conoscerla da poco, non posso dire di aver avuto momenti felici». La prima prova di libertà è stata «la possibilità di mangiare». Gli sta a cuore il suo Paese: «Invitandomi, Torino Spiritualità ha dimostrato di comprendere il dramma della mia terra – ha aggiunto –. Non so se tutti capiranno fino in fondo l’atrocità e la sofferenza che stanno subendo i miei compagni e mio padre». 

Buona lettura
Madrina

PROSECCO PARTIGIANO




J.