lunedì 2 novembre 2009

KAISER SOSE

Ho passato gli anni giovanili a leggere libri e ascoltare lezioni universitarie in cui menti raffinatissime decrittavano i meccanismi del potere, spiegavano il sistema, ne squadernavano le intricate logiche. Per tutto quel tempo ho avuto un'impressione: che la strategia, la logica, la geniale macchinazione non fossero nel testo, ma nell'esegesi, che fossero il prodotto di una lettura molto più intelligente della realtà stessa, che il potere (democristiano, conservatore, repubblicano) fosse in realtà ben più sempliciotto (comanda chi ha i soldi in tasca e il fucile in mano), ma in seconda battuta utilizzasse volentieri quegli schemi che non si era mai sognato e i suoi critici gli attribuivano, rendendoli infine realtà.

In questi anni mi tocca assistere al contrario. Le migliori menti del nostro tempo si riuniscono, analizzano la situazione, verificano i percorsi di persuasione e che cosa ne concludono? L'ideologo è Antonio Ricci, il manovratore Alfonso Signorini. Il trucco che ha ipnotizzato una popolazione è l'esibizione di un paio di ragazze in bikini. Il ricettario alchemico è un rotocalco. Era una palla richiamarsi a Habermas o alla sussunzione pragmatica di Dewey, ma la manipolazione del consenso denunciata sfogliando "Chi" se non è un gioco di società è una resa intellettuale. E finanche morale. Ci dev'essere qualcuno che ride leggendo tutto questo, molto più che ascoltando le battute di Greggio e Iacchetti o l'Alfonso show su Radio Montecarlo (come si può concepire il Male e stridulare per Ferdy del Grande Fratello?). Qualcuno che non vedete mai in tv, non sentite alla radio, che non scrive sui giornali. Kayser Sose. Pronto a scommettere che è uno di quelli che criticavano il sistema trent'anni fa.

E per stasera ho deciso di rivedermi "I soliti sospetti".

Buona ripresa a todos

Gg

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