mercoledì 5 gennaio 2011

PRECIOUS

Non ho mai capito la tendenza piuttosto diffusa, specie durante i bagordi di fine anno, ad evitare come la peste film che hanno la colpa (e il pregio) di ricordarci che la vita dei più non è paillettes et cotillons.
L'opera seconda di Lee Daniel è la storia, tratta da un libro autobiografico, di Clarissa Precious Jones, un'adolescente di Harlem intrappolata in un corpo così obeso da essere informe, una figlia down e un secondo figlio in arrivo frutto entrambi dell'incesto, una madre tirannica e rancorosa, parassitaria e paranoica.
Una presentazione di questo tipo basterebbe a dissuadere perfino gli stomaci più forti.
E invece è un film da vedere, sì crudo come qualunque film di violenza domestica e degrado sociale (l'altra faccia di NYC: edifici fatiscenti, strade di spacciatori e pattume), ma con accenti di tenerezza e coinvolgimento tali da convincerti che l'umanità e la speranza brillano anche nello squallore e nell'ignoranza più irreversibili.
Il regista scongiura il pietismo facile lavorando sull'immaginario di Clarissa, che quando si rifugia nei territori dei sogni ad occhi aperti - il riconoscimento altrui grazie al successo nel mondo dello spettacolo - non si vede magra ma così com'è, col suo corpaccione ingombrante e limitante eppur vitale.
Soprattutto, "Precious" è un film sul valore primario dell'istruzione quale antidoto all'emarginazione e strumento leale di emancipazione, e volano di aggregazione nel senso di rete di rapporti interpersonali che favoriscono l'accettazione e l'espressione di sè e garantiscono protezione.
E' infatti attraverso l'adesione ad un percorso scolastico alternativo, quantunque problematico, condotto da un'insegnante bella e tenace (e lesbica), insieme ad altre ragazze cosiddette difficili, che Clarissa acquisisce consapevolezza e imbocca finalmente la strada dell'autodeterminazione.
La credibilità del film risiede anche nei ruoli secondari ma affatto irrilevanti, anzi convincenti di Marya Carrie (l'assistente sociale) e Lenny Cravitz (l'infermiere): di primo acchito non riconoscibili se non hai fatto caso al cartellone, in particolare lei, bruttina senza (o grazie al) trucco.
Premiato al Sundance Film Festival, sorta di certificatore di qualità.
E adesso andiamo a varcare l'aldilà del Maestro Clint.

Gg

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