martedì 31 marzo 2009

Genova sembrava d'oro e d'argento


"CE-LE-RI-NO PEZZO -DI - MERDA!"
Inizia (e finisce) così il romanzo di Giacomo Gensini dal titolo "Genova sembrava d'oro e d'argento" che Anna mi ha regalato, sapendo del mio interesse per quanto avvenne nel 2001.
L'autore è un ex celerino che ha vissuto sulla propria pelle cosa significhi spendere le domeniche sotto le curve degli stadi italiani e soprattutto che indossava una divisa nei difficili giorni del G8 di Genova.
In quel contesto propone, tra le righe di una storia romanzata, una narrazione di cosa fu vissuto da quella parte della barricata, da chi il manganello (e non solo) lo ha usato davvero, per infierire sui militanti inermi della Rete di Lilliput mentre i black block devastavano la città.
Sui fatti di quell'indimenticabile luglio 2001 ho letto molto, ma questa volta la prospettiva è differente.
La lettura di qs libro è interessante, anche se condita di un eccessivo senso di ineluttabilità di quanto avvenne.
La cosa, va da sè, non mi trova d'accordo.

"Fatto sta che le veline ottenevano un unico scopo: renderci ogni giorno più nervosi. Caricarci come molle. [...] Era il peggior modo possibile di reagire, ma anche l'unico. E non parlo della solita storia di rischiare la pelle per milletrecento euro al mese, con tutta la retorica annessa. Queste alla fine erano cazzate: l'avevamo scelto. Parlo del fatto che noi comunque eravamo e restavamo uomini. Credevano davvero che indossare un caso e una tuta ci rendesse immuni alla fatica e alla paura? Immuni alle emozioni... alla tensione, alla rabbia? No... nessuno di loro lo credeva davvero, [...] ma fingevano che non fosse né possibile né accettabile, difendendo l'ipocrita mondo immaginario raccontato in tv."
Se vi interessa, ve lo presto volentieri.
J.

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