POCHE cose in vita mia sono durate dieci anni: non una relazione (so far), non una casa, neppure (incredibile) una passione sportiva. Questa rubrica ce l'ha fatta. E qui trionfalmente chiude. Per trasloco dell'autore. Il marchio appartiene a un libro del '93, ripubblicato nel 2010 e me lo tengo. Forse un giorno riapparirà altrove. Ma adesso è il porto.
Scende il capitano Solo. Non racconterà ancora dell'avvocatessa quarantenne sul Frecciarossa, che discuteva cause "in punto di diritto" e in "conference", poi chiamava l'amica e, retrocedendo di 25 anni, le recitava l'sms che aveva spedito al fidanzato presunto infedele. Non svelerà la verità nascosta sulla morte di Papa Giovanni Paolo II. Terrà per sé l'infinitesimale calcolo di quanto la solitudine stanchi. Dirà soltanto che il bracco Rocco ha poi corso felice sulla neve senza scarpe (esistevano moon bot canini da 100 euro) e temeva soltanto il sale sulle strade, che attraversava tenuto in braccio, perplesso.
Ringrazia chi gli ha concesso questo spazio per così tanto tempo, chi lo ha curato e chi, due volte a settimana ci ha cliccato sopra. Un ultimo clic spenga la luce. Ma nella stanza buia rimane sempre qualcuno, per questo chiudiamo la porta con delicatezza.
CHIUSURA PUBBLICITARIA vi lascio, per i mesi a venire, la segnalazione di tre libri e tre film che usciranno.
I libri: 1. Al limite della notte (Michael Cunningham) 2. La fine (Salvatore Scibona) 3. Italian Comedy (Dario Antinori)
I film: 1. Black swan 2. Another year 3. Il gioellino.
(24 gennaio 2011)
lunedì 31 gennaio 2011
Una sedia per lottare
Molti di voi ricorderanno la scellerata finale di Coppa Uefa tra Ajax e Toro (non dico di quanti anni fa, altrimenti mi viene da piangere).
Quella partita rimane ancora oggi impressa nella memoria per la mitica sedia alzata da Mondonico in segno di protesta per un rigore negato.
Quella sedia è il simbolo di chi tifa contro tutto e tutti.
E' il simbolo di chi non ci sta e reagisce con i mezzi che ha a disposizione.
E' un simbolo-Toro perchè una sedia non è un fucile, è un'arma da osteria.
Ora Emiliano Mondonico, attuale allenatore dell'AlbinoLeffe, ha annunciato di doversi ritirare per combattere una malattia. Una sfida dura, che ben conosco, superabile solo grazie alla forza che arriva dalla speranza, dalla grinta e dalla voglia di combattere.
Toronews ha lanciato una bella iniziativa per far sentire la vicinanza della gente ad Emiliano; chi intende partecipare si farà fotografare mentre imita il celebre gesto dell'"alzare la sedia" a casa, in ufficio, al bar, dove si vuole.
Le foto dovranno essere mandate a redazione@toronews.net e la redazione le porterà al "Mondo".
Alziamo la sedia, alziamola tutti insieme!
Jean
Quella partita rimane ancora oggi impressa nella memoria per la mitica sedia alzata da Mondonico in segno di protesta per un rigore negato.
Quella sedia è il simbolo di chi tifa contro tutto e tutti.
E' il simbolo di chi non ci sta e reagisce con i mezzi che ha a disposizione.
E' un simbolo-Toro perchè una sedia non è un fucile, è un'arma da osteria.
Ora Emiliano Mondonico, attuale allenatore dell'AlbinoLeffe, ha annunciato di doversi ritirare per combattere una malattia. Una sfida dura, che ben conosco, superabile solo grazie alla forza che arriva dalla speranza, dalla grinta e dalla voglia di combattere.
Toronews ha lanciato una bella iniziativa per far sentire la vicinanza della gente ad Emiliano; chi intende partecipare si farà fotografare mentre imita il celebre gesto dell'"alzare la sedia" a casa, in ufficio, al bar, dove si vuole.
Le foto dovranno essere mandate a redazione@toronews.net e la redazione le porterà al "Mondo".
Alziamo la sedia, alziamola tutti insieme!
Jean
domenica 30 gennaio 2011
venerdì 28 gennaio 2011
dal film LA PECORA NERA
"Come è possibile, mi domando a volte,
camminare sui prati verdi e avere l'animo triste?
Essere immersi nel caldo del sole,
mentre tutto d'intorno sorride...
e avere l'angoscia nel cuore?
...Lasciate a noi le vostre tristezze!
A noi che non possiamo andare nei prati
e non vediamo mai il sole."
j.
camminare sui prati verdi e avere l'animo triste?
Essere immersi nel caldo del sole,
mentre tutto d'intorno sorride...
e avere l'angoscia nel cuore?
...Lasciate a noi le vostre tristezze!
A noi che non possiamo andare nei prati
e non vediamo mai il sole."
j.
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battute memorabili di film,
CINEMA MON AMOUR
giovedì 27 gennaio 2011
Mentre il nano fa festa il trota "lavora"
Il Trota ha fatto gol
Renzo Bossi
Banche, fondazioni, autostrade, enti, municipalizzate: è bulimica la Lega Nord nel mangiarsi ogni fettina disponibile di sottogoverno, con tecniche ormai persino più sofisticate di quelle del mezzo secolo democristiano. Ma una forza politica "popolana" (copyright Bossi), oltre alla finanza e alle centinaia di altre poltrone di potere che promanano dagli enti locali controllati, non può trascurare il più popolare degli sport in Italia e in Padania: il calcio. Così Renzo Bossi, detto il Trota, che compare ormai quotidianamente al fianco del padre Umberto suscitando le ansie di tutte le paranze interne che lavorano sodo alla successione del capo carismatico e che temono la soluzione "dinastica", è stato incaricato di sviluppare il progetto pallone padano.
L'altro giorno a Barcellona, il Trota è stato nominato per acclamazione responsabile e delegato per l'Europa di Nf-Board. Di che si tratta ? Del calcio "Non Fifa" che, come spiega La Padania, "è un mondo fatto di passione, di entusiasmo, di sacrificio, di rispetto delle tradizioni, di amore verso la propria terra e verso il proprio popolo, attraverso quello strumento unico, semplice e meraviglioso al tempo stesso che è lo sport". Il Nf -Board, oltre alla Padania, comprende la Lapponia, le Isole Chagos, la Groenlandia, Gozo, Fiume, Cipro Nord e altri undici membri espressione di "minoranze non riconosciute". Promuove un campionato che nel prossimo giugno prevede il "Mondiale dei Popoli" femminile in Corsica e nel 2012 quello maschile in Kurdistan. Tra gli incarichi del giovane Bossi c'è quello di accrescere l'interesse "anche economico dell'universo calcistico Non -Fifa" costituito da un centinaio di squadre.
Nel giugno scorso a Gozo (Repubblica di Malta) il figlio prediletto del Senatur ha già presidiato col piglio del supermanager la partita Nazionale della Padania contro il Regno delle Due Sicilie, vinta per 2-0 portando i padani per il terzo anno consecutivo nella finale dei campionati del mondo riservati ai "Popoli senza nazione".
Intanto i maldipancia nel partito per l'onnipresenza di Renzo al fianco del padre e per l'evidente tentativo di deriva dinastica si moltiplicano, insieme alle tensioni locali che preparano il grande scontro finale sulla successione a Bossi, di cui peraltro nessuno può prevedere i tempi. Sintomatica la battaglia nel Veneto, faticosamente rientrata, tra il segretario uscente Giampaolo Gobbo e l'aspirante Flavio Tosi, il potente sindaco di Verona di cui si è ipotizzata persino l'uscita dalla Lega.
La scalata calcistica e non del Trota tiene banco nei discorsi interni persino più del federalismo quasi realizzato e del dare-avere con Berlusconi. Se Marina B. scende in campo per la successione dinastica del padre anatra zoppa (politicamente) perché non dovrebbe farlo Renzo B. ?
a.statera@repubblica.it
(27 gennaio 2011)
Madrina
Notizia dell'ultima ora...
Caso Ruby: i pm sentiranno anche Italo Bocchino. Dovrà spiegare come mai dalle intercettazioni viene spesso fuori il suo nome.
F.
Per la serie: Ma va!?
L'ira della Minetti: "Cioè io - dice la Minetti in una telefonata - per la prima volta ho realizzato che lui (Berlusconi) non mi ha dato quel ruolo perché pensava che io fossi idonea e adatta, mi ha dato quel ruolo perché in quel momento è la prima cosa che gli è venuta in mente. Se non ci fossi stata io, ma ci fosse stata un'altra, l'avrebbe dato a un'altra".
Da Repubblica del 27/01/2011
Che dire... al Consiglio regionale della Lombardia è sprecata mandiamola al Cern!
Efrem
Da Repubblica del 27/01/2011
Che dire... al Consiglio regionale della Lombardia è sprecata mandiamola al Cern!
Efrem
mercoledì 26 gennaio 2011
Ai ai ai se faccio un figlio, ai ai ai non lo chiamo Emilio!
Dal sito di Gad Lerner, http://www.gadlerner.it/ :
Oggi vorrei allietarvi con una letterina che ricevetti il 1 dicembre scorso da Emilio Fede in risposta a un mio articolo uscito su “Vanity Fair” (Gli arzilli vecchietti della classe dirigente) Così, tanto per sapere come ragiona e come scrive un signore. Riporto testualmente.
A Gad Lerner
Non sarai tu a decidere come sarò ricordato.
Tu, quando arriverai a 8o anni, ma ti auguro di arrivarci- soltanto come un imbecille.
Vergognati. deciderò come ricambiare.
La mia vita e’ stata prestigiosa dal punto di vista professionale e umano.
Se ho avuto delle storie d’amore me le sono meritate.
Tu sei troppo brutto per averne avute.
Soltanto se ridi scappano pure i mostri.
Coglione.
Emilio Fede
Oggi vorrei allietarvi con una letterina che ricevetti il 1 dicembre scorso da Emilio Fede in risposta a un mio articolo uscito su “Vanity Fair” (Gli arzilli vecchietti della classe dirigente) Così, tanto per sapere come ragiona e come scrive un signore. Riporto testualmente.
A Gad Lerner
Non sarai tu a decidere come sarò ricordato.
Tu, quando arriverai a 8o anni, ma ti auguro di arrivarci- soltanto come un imbecille.
Vergognati. deciderò come ricambiare.
La mia vita e’ stata prestigiosa dal punto di vista professionale e umano.
Se ho avuto delle storie d’amore me le sono meritate.
Tu sei troppo brutto per averne avute.
Soltanto se ridi scappano pure i mostri.
Coglione.
Emilio Fede
lunedì 24 gennaio 2011
Emma Marcegaglia da Fabio Fazio
"C'è un'Italia che va a letto presto e si sveglia presto, che lavora seriamente, che produce, che fa impresa e che si impegna. Ci sono donne che si impegnano, che lavorano e fanno anche le mamme"
Se più donne occupassero le posizioni di potere, forse qualcosa cambierebbe!
Silvia
Che spettacolo!
Altra pagina della rubrica "SONO QUESTE LE DONNE CHE CI PIACCIONO". (a proposito, aspetto che pubblichiate anche le vostre!!!)
Francesca Schiavone, all'Australian Open gioca contro la Kuznetsova per ben 4h44' (partita record per durata, fra le donne, in un torneo dello Slam nell'era Open) annulla 6 match point, e vince, diventando n. 4 al mondo.
GRANDISSIMAAAAA!
J.
Francesca Schiavone, all'Australian Open gioca contro la Kuznetsova per ben 4h44' (partita record per durata, fra le donne, in un torneo dello Slam nell'era Open) annulla 6 match point, e vince, diventando n. 4 al mondo.
GRANDISSIMAAAAA!
J.
venerdì 21 gennaio 2011
Se l'Italia va avanti..
Giorni difficili, amari, densi di sconcerto. Leggendo i giornali viene quasi da domandarsi come sia possibile che l'Italia vada avanti, nonostante tutto.
La risposta sta nei milioni, ripeto, milioni di cittadini che al mattino si alzano, vanno al lavoro con il senso del dovere impresso nel DNA e lo fanno con responsabilità.
Ecco una storia, una tra tante, che finalmente ha trovato visibilità perchè quasi incredibile, frutto di un mix tra professionalità, competenza e tanta, tanta voglia di non mollare.
http://wwww.ansa.it/web/notizie/photostory/primopiano/2011/01/20/visualizza_new.html_1618222731.html
Buon week end!
Jean
La risposta sta nei milioni, ripeto, milioni di cittadini che al mattino si alzano, vanno al lavoro con il senso del dovere impresso nel DNA e lo fanno con responsabilità.
Ecco una storia, una tra tante, che finalmente ha trovato visibilità perchè quasi incredibile, frutto di un mix tra professionalità, competenza e tanta, tanta voglia di non mollare.
http://wwww.ansa.it/web/notizie/photostory/primopiano/2011/01/20/visualizza_new.html_1618222731.html
Buon week end!
Jean
giovedì 20 gennaio 2011
AGLI IPOCRITI PREFERISCO I MAIALI
A mio parere il problema Ruby & C. non è giudiziario, è banalmente morale.
Leggendo l'articolo de IlGiornale citato da Gianni il 18/01/2011 mi è venuta in mente una riflessione che sto facendo in questi giorni ogni volta che per errore mi inbatto in un servo del Presidente del Consiglio che lo giustifica e difende con gli argomenti più fantasiosi.
Forse è meglio farle certe porcherie che sputtanarsi rinnegando tutti i valori in cui hai creduto, o hai detto di credere, per fare una marchetta mediatica e guadagnarti la gratitudine del padrone.
E' veramente rivoltante pensare a questa banda di vecchi porci che organizzava festini con delle ragazzine, però credo che lo spettacolo fornito dalla corte dei leccapiedi (limitiamoci ai piedi!) sia veramente irraggiungibile. Ruby in confronto è una dilettante.
Passi quello che viene fornito dagli ascari della comunicazione, si erano già venduti per contratto, ma ormai parliamo di ancune della più alte cariche dello stato.
Che tristezza!
Efrem
Leggendo l'articolo de IlGiornale citato da Gianni il 18/01/2011 mi è venuta in mente una riflessione che sto facendo in questi giorni ogni volta che per errore mi inbatto in un servo del Presidente del Consiglio che lo giustifica e difende con gli argomenti più fantasiosi.
Forse è meglio farle certe porcherie che sputtanarsi rinnegando tutti i valori in cui hai creduto, o hai detto di credere, per fare una marchetta mediatica e guadagnarti la gratitudine del padrone.
E' veramente rivoltante pensare a questa banda di vecchi porci che organizzava festini con delle ragazzine, però credo che lo spettacolo fornito dalla corte dei leccapiedi (limitiamoci ai piedi!) sia veramente irraggiungibile. Ruby in confronto è una dilettante.
Passi quello che viene fornito dagli ascari della comunicazione, si erano già venduti per contratto, ma ormai parliamo di ancune della più alte cariche dello stato.
Che tristezza!
Efrem
LA BUCCIA DEL CHINOTTO
Un amico sorride amaro: «Non farti illusioni, potenzialmente siamo tutti come lui e la sua corte: trombare e fare soldi, interessati solo ai bisogni primari, ai chakra bassi, per dirla alla maniera di voi che meditate e fate yoga. Sì, qualche disturbato che sogna con un romanzo o va in estasi per una notte d’amore sotto le stelle esisterà pure, ma è la buccia del chinotto: scorza sottile, percentuale insignificante».
Davvero? Davvero la maggioranza dei giovani assomiglia a quel tipo che incita sua sorella a infilarsi nel letto di un anziano miliardario, «così ci sistemiamo»? Davvero il mondo contemporaneo si divide fra padri padroni, disposti a uccidere le figlie che osano ribellarsi, e padri ruffiani che nelle intercettazioni le incitano a sgomitare perché «le altre ti sono passate davanti, svegliati!». Sarò un ingenuo, eppure vedo ancora in giro della dignità, anche in tanti poveri che una busta di 5000 euro l’hanno magari sognata, ma non la vorrebbero trovare nella borsa della figlia a quelle condizioni. Vedo donne e uomini pieni di vizi, ma che non invidiano lo stile di vita dei crapuloni e sognano di invecchiare con una persona amata al fianco e la musica di Mozart nelle orecchie. E quando, come ieri, alcuni lettori telefonano al giornale per segnalare che una luna mai così arancione è spuntata fra le colline e mi arriva sul tavolo la raccolta di poesie di una ragazza timida, allora penso che non è finita. Che la buccia del chinotto è più spessa di tutto il gas che le sta esplodendo intorno, in un enorme rutto di niente.
Massimo Gramellini, BUONGIORNO del 20/01/2011 - La Stampa
Ieri sera da Pian Munè c'era una luna da incanto: vista sulle Montagne, sul nostro "Re di Pietra", e sul cielo stellato da far venire i brividi.
Jean
Davvero? Davvero la maggioranza dei giovani assomiglia a quel tipo che incita sua sorella a infilarsi nel letto di un anziano miliardario, «così ci sistemiamo»? Davvero il mondo contemporaneo si divide fra padri padroni, disposti a uccidere le figlie che osano ribellarsi, e padri ruffiani che nelle intercettazioni le incitano a sgomitare perché «le altre ti sono passate davanti, svegliati!». Sarò un ingenuo, eppure vedo ancora in giro della dignità, anche in tanti poveri che una busta di 5000 euro l’hanno magari sognata, ma non la vorrebbero trovare nella borsa della figlia a quelle condizioni. Vedo donne e uomini pieni di vizi, ma che non invidiano lo stile di vita dei crapuloni e sognano di invecchiare con una persona amata al fianco e la musica di Mozart nelle orecchie. E quando, come ieri, alcuni lettori telefonano al giornale per segnalare che una luna mai così arancione è spuntata fra le colline e mi arriva sul tavolo la raccolta di poesie di una ragazza timida, allora penso che non è finita. Che la buccia del chinotto è più spessa di tutto il gas che le sta esplodendo intorno, in un enorme rutto di niente.
Massimo Gramellini, BUONGIORNO del 20/01/2011 - La Stampa
Ieri sera da Pian Munè c'era una luna da incanto: vista sulle Montagne, sul nostro "Re di Pietra", e sul cielo stellato da far venire i brividi.
Jean
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mercoledì 19 gennaio 2011
martedì 18 gennaio 2011
Punti di vista
A dir poco "strabiliante" il commento pubblicato su "Il Giornale" oggi in edicola a firma di Annamaria Bernardini De Pace relativo le vicende del Premier.
Ero quasi incredulo..
Ve ne riporto alcuni passi, forse i più struggenti...
(alla fine sta a vedere che dobbiamo ancora chiedergli scusa...)
"Un uomo solo e infelice che, all’evidenza, ha il terrore della morte.
Perché la morte è il nulla e lui ha tutto. E chi ha tutto non sa mai se è «amato» per se stesso o per quel tutto che può dispensare: denaro, potere, chances . Nel dubbio, lui dispensa. Forse segue il principio cristiano del «date e vi sarà dato», sperando nella ricompensa ultraterrena o forse aspettandosi solamente che un giorno uno dei milioni di beneficiati gli rivolga un gesto di gratitudine. Qualcosa che gli riscaldi un cuore agghiacciato e atterrito da se stesso, e dal suo essere segregato in ciò che si è esageratamente costruito intorno.
In realtà lo sfruttato è lui. Chi lo frequenta lo fa per sé, per le opportunità che lui offre, per il denaro che piove dalle sue mani. Perché lui è lo sponsor di ogni derelitto in cerca di fama.
Ora lo fanno passare addirittura come uno sfruttatore di prostitute, con buona pace delle presunte prostitute in questione. Il protettore incassa; lui invece elargisce.
Ed elargisce anche perché è un «ganassa», un piacione, un egocentrico, che vuole essere citato, ricordato, applaudito. Ma anche perché si aspetta una inarrivabile carezza sul cuore. Se esistesse il reato di egocentrismo, sarebbe condannato all’ergastolo, persino con il rito abbreviato e senza sconti. Invece, obiettivamente, è vittima di se stesso e delle sue beneficiate. Oltre che degli accigliati, implacabili e onnipresenti magistrati.
Lui non è un bandito, non è un criminale, ma un denutrito sentimentale.
Come lui stesso svela in una canzone da lui scritta: «Quello che il tuo cuore non ha, ti darò, ti darò. / Ogni tua stagione sarò, cambierò i miei giorni e i tuoi; / Nella calda estate se mi vuoi / vento fresco io verrò… / Mille vite ancora vivrò, morirò e rinascerò… ».
Link all'articolo completo: http://www.ilgiornale.it/interni/alla_fine_lunico_essere_sfruttato_e_berlusconi/18-01-2011/articolo-id=500277-page=0-comments=1
J.
Ero quasi incredulo..
Ve ne riporto alcuni passi, forse i più struggenti...
(alla fine sta a vedere che dobbiamo ancora chiedergli scusa...)
"Un uomo solo e infelice che, all’evidenza, ha il terrore della morte.
Perché la morte è il nulla e lui ha tutto. E chi ha tutto non sa mai se è «amato» per se stesso o per quel tutto che può dispensare: denaro, potere, chances . Nel dubbio, lui dispensa. Forse segue il principio cristiano del «date e vi sarà dato», sperando nella ricompensa ultraterrena o forse aspettandosi solamente che un giorno uno dei milioni di beneficiati gli rivolga un gesto di gratitudine. Qualcosa che gli riscaldi un cuore agghiacciato e atterrito da se stesso, e dal suo essere segregato in ciò che si è esageratamente costruito intorno.
In realtà lo sfruttato è lui. Chi lo frequenta lo fa per sé, per le opportunità che lui offre, per il denaro che piove dalle sue mani. Perché lui è lo sponsor di ogni derelitto in cerca di fama.
Ora lo fanno passare addirittura come uno sfruttatore di prostitute, con buona pace delle presunte prostitute in questione. Il protettore incassa; lui invece elargisce.
Ed elargisce anche perché è un «ganassa», un piacione, un egocentrico, che vuole essere citato, ricordato, applaudito. Ma anche perché si aspetta una inarrivabile carezza sul cuore. Se esistesse il reato di egocentrismo, sarebbe condannato all’ergastolo, persino con il rito abbreviato e senza sconti. Invece, obiettivamente, è vittima di se stesso e delle sue beneficiate. Oltre che degli accigliati, implacabili e onnipresenti magistrati.
Lui non è un bandito, non è un criminale, ma un denutrito sentimentale.
Come lui stesso svela in una canzone da lui scritta: «Quello che il tuo cuore non ha, ti darò, ti darò. / Ogni tua stagione sarò, cambierò i miei giorni e i tuoi; / Nella calda estate se mi vuoi / vento fresco io verrò… / Mille vite ancora vivrò, morirò e rinascerò… ».
Link all'articolo completo: http://www.ilgiornale.it/interni/alla_fine_lunico_essere_sfruttato_e_berlusconi/18-01-2011/articolo-id=500277-page=0-comments=1
J.
domenica 16 gennaio 2011
venerdì 14 gennaio 2011
QUANTO E' BRAVO EZIO MAURO!
LE RAGIONI DI MARCHIONNE E LE RAGIONI DI TUTTI
Da una parte c'è la globalizzazione dall'altra si chiama in causa la democrazia. Senza una società solidale, i singoli devono cercare risposte individuali a problemi collettivi
di EZIO MAURO
... La vicenda si compie nella cornice spettacolare e dirimente del referendum, dove si confrontano apertamente il sì e il no. Ma qual è il grado di libertà dell'operaio di Mirafiori che va a votare (qualunque sia la sua scelta), sapendo di avere in realtà una sola risposta a disposizione, perché il no equivale alla perdita del posto di lavoro, per sé e per gli altri? Sarà anche questo un problema di democrazia sostanziale, appunto di libertà, oppure per gli operai valgono regole a parte?
Dico questo pensando che sia un grave errore non partecipare al referendum e comunque non riconoscerne l'esito, che deve essere in ogni caso vincolante per tutti, anche nelle condizioni date. Non solo: credo anche che l'urto della globalizzazione, che ci costringe a fare i conti non soltanto tra noi e gli altri (i Paesi emergenti), ma tra noi e noi, resettando regole e condizioni, non vada lasciato interamente sulle spalle dell'imprenditore. Ma c'è pure un modo per negoziare produttività, competitività, compatibilità salvaguardando nello stesso tempo i diritti legati al lavoro, semplicemente perché sono a vantaggio di tutti e dunque a carico di ciascuno, in quanto fanno parte del contesto democratico in cui viviamo, della moderna civiltà italiana ed europea.
Per questo è stupefacente l'incultura gregaria della sinistra che ha smarrito il quadrante della modernità e della conservazione, e pensa che l'innovazione sia cedere al pensiero dominante perché non ha un'idea propria del lavoro oggi, delle nuove disuguaglianze, del legame tra modernizzazione, partecipazione e solidarietà, come dice Beck, quindi la London School of Economics, non un'università marxista del secolo scorso: "Se il capitalismo globale dissolve il nucleo di valori della società del lavoro si rompe un'alleanza storica tra capitalismo, Stato sociale e democrazia", quella democrazia che è venuta al mondo in Europa proprio "come democrazia del lavoro". Cosa c'è di più innovatore e progressista che difendere questo nesso della modernità occidentale, che lega insieme l'economia di mercato, il welfare e la democrazia quotidiana che stiamo vivendo in questa parte del mondo?
Gregaria la sinistra, parassitaria la destra di governo, che usa la forza altrui esclusivamente per regolare i conti ideologici del Novecento visto che non è riuscita a saldarli per via politica, non avendone l'autorità. Ed è un puro ideologismo, non un semplice infortunio, il plauso del Capo del Governo all'idea che la Fiat debba lasciare l'Italia se dovesse perdere il referendum, punendo Torino, le famiglie operaie, l'indotto, il Paese per leso liberismo, altrui. Come se il dividendo ideologico (peraltro preso a prestito) fosse per il Capo del governo italiano più importante del lavoro, della sicurezza, del destino di una città e di un Paese.
Il vuoto della politica ha impedito di chiedere a Marchionne, mentre fissa nuove regole agli operai, di spiegare natura, rischi e potenzialità dell'investimento promesso, chiarendo anche, se il costo del lavoro pesa per il 7 per cento nel valore di un'automobile, quali sono le garanzie dell'azienda che anche tutto ciò che dà forma al restante 93 per cento si stia rimodellando in funzione delle nuove esigenze del mercato mondializzato, per riguadagnare le quote perdute di competitività: garantendo profitti e lavoro. Se la sfida è globale, riguarda appunto tutto e tutti...
Estratto da un articolo di Ezio Mauro su LaRepubblica del 14/01/2011
Efrem
Da una parte c'è la globalizzazione dall'altra si chiama in causa la democrazia. Senza una società solidale, i singoli devono cercare risposte individuali a problemi collettivi
di EZIO MAURO
... La vicenda si compie nella cornice spettacolare e dirimente del referendum, dove si confrontano apertamente il sì e il no. Ma qual è il grado di libertà dell'operaio di Mirafiori che va a votare (qualunque sia la sua scelta), sapendo di avere in realtà una sola risposta a disposizione, perché il no equivale alla perdita del posto di lavoro, per sé e per gli altri? Sarà anche questo un problema di democrazia sostanziale, appunto di libertà, oppure per gli operai valgono regole a parte?
Dico questo pensando che sia un grave errore non partecipare al referendum e comunque non riconoscerne l'esito, che deve essere in ogni caso vincolante per tutti, anche nelle condizioni date. Non solo: credo anche che l'urto della globalizzazione, che ci costringe a fare i conti non soltanto tra noi e gli altri (i Paesi emergenti), ma tra noi e noi, resettando regole e condizioni, non vada lasciato interamente sulle spalle dell'imprenditore. Ma c'è pure un modo per negoziare produttività, competitività, compatibilità salvaguardando nello stesso tempo i diritti legati al lavoro, semplicemente perché sono a vantaggio di tutti e dunque a carico di ciascuno, in quanto fanno parte del contesto democratico in cui viviamo, della moderna civiltà italiana ed europea.
Per questo è stupefacente l'incultura gregaria della sinistra che ha smarrito il quadrante della modernità e della conservazione, e pensa che l'innovazione sia cedere al pensiero dominante perché non ha un'idea propria del lavoro oggi, delle nuove disuguaglianze, del legame tra modernizzazione, partecipazione e solidarietà, come dice Beck, quindi la London School of Economics, non un'università marxista del secolo scorso: "Se il capitalismo globale dissolve il nucleo di valori della società del lavoro si rompe un'alleanza storica tra capitalismo, Stato sociale e democrazia", quella democrazia che è venuta al mondo in Europa proprio "come democrazia del lavoro". Cosa c'è di più innovatore e progressista che difendere questo nesso della modernità occidentale, che lega insieme l'economia di mercato, il welfare e la democrazia quotidiana che stiamo vivendo in questa parte del mondo?
Gregaria la sinistra, parassitaria la destra di governo, che usa la forza altrui esclusivamente per regolare i conti ideologici del Novecento visto che non è riuscita a saldarli per via politica, non avendone l'autorità. Ed è un puro ideologismo, non un semplice infortunio, il plauso del Capo del Governo all'idea che la Fiat debba lasciare l'Italia se dovesse perdere il referendum, punendo Torino, le famiglie operaie, l'indotto, il Paese per leso liberismo, altrui. Come se il dividendo ideologico (peraltro preso a prestito) fosse per il Capo del governo italiano più importante del lavoro, della sicurezza, del destino di una città e di un Paese.
Il vuoto della politica ha impedito di chiedere a Marchionne, mentre fissa nuove regole agli operai, di spiegare natura, rischi e potenzialità dell'investimento promesso, chiarendo anche, se il costo del lavoro pesa per il 7 per cento nel valore di un'automobile, quali sono le garanzie dell'azienda che anche tutto ciò che dà forma al restante 93 per cento si stia rimodellando in funzione delle nuove esigenze del mercato mondializzato, per riguadagnare le quote perdute di competitività: garantendo profitti e lavoro. Se la sfida è globale, riguarda appunto tutto e tutti...
Estratto da un articolo di Ezio Mauro su LaRepubblica del 14/01/2011
Efrem
giovedì 13 gennaio 2011
mercoledì 12 gennaio 2011
lunedì 10 gennaio 2011
Un minuto di silenzio...
Un minuto di silenzio per solidarizzare con i Professori , vessatissima categoria di sottopagati, che dopo quasi venti giorni di ferie da oggi sono costretti a tornare a lavorare.
Per fortuna lo sfruttamento durerà poco: a Pasqua arriveranno altre abbondanti ferie.
(per la cronaca: qualunque contratto "normale" prevede circa 25 giorni di ferie. All'anno.)
Un altro minuto di silenzio per solidarizzare con gli studenti, che stranamente durante questi venti giorni di vacanza non hanno ritenuto che la riforma Gelmini fosse così preoccupante, siccome hanno interrotto le manifestazioni, gli scioperi e le proteste.
J.
Per fortuna lo sfruttamento durerà poco: a Pasqua arriveranno altre abbondanti ferie.
(per la cronaca: qualunque contratto "normale" prevede circa 25 giorni di ferie. All'anno.)
Un altro minuto di silenzio per solidarizzare con gli studenti, che stranamente durante questi venti giorni di vacanza non hanno ritenuto che la riforma Gelmini fosse così preoccupante, siccome hanno interrotto le manifestazioni, gli scioperi e le proteste.
J.
mercoledì 5 gennaio 2011
PRECIOUS
Non ho mai capito la tendenza piuttosto diffusa, specie durante i bagordi di fine anno, ad evitare come la peste film che hanno la colpa (e il pregio) di ricordarci che la vita dei più non è paillettes et cotillons.
L'opera seconda di Lee Daniel è la storia, tratta da un libro autobiografico, di Clarissa Precious Jones, un'adolescente di Harlem intrappolata in un corpo così obeso da essere informe, una figlia down e un secondo figlio in arrivo frutto entrambi dell'incesto, una madre tirannica e rancorosa, parassitaria e paranoica.
Una presentazione di questo tipo basterebbe a dissuadere perfino gli stomaci più forti.
E invece è un film da vedere, sì crudo come qualunque film di violenza domestica e degrado sociale (l'altra faccia di NYC: edifici fatiscenti, strade di spacciatori e pattume), ma con accenti di tenerezza e coinvolgimento tali da convincerti che l'umanità e la speranza brillano anche nello squallore e nell'ignoranza più irreversibili.
Il regista scongiura il pietismo facile lavorando sull'immaginario di Clarissa, che quando si rifugia nei territori dei sogni ad occhi aperti - il riconoscimento altrui grazie al successo nel mondo dello spettacolo - non si vede magra ma così com'è, col suo corpaccione ingombrante e limitante eppur vitale.
Soprattutto, "Precious" è un film sul valore primario dell'istruzione quale antidoto all'emarginazione e strumento leale di emancipazione, e volano di aggregazione nel senso di rete di rapporti interpersonali che favoriscono l'accettazione e l'espressione di sè e garantiscono protezione.
E' infatti attraverso l'adesione ad un percorso scolastico alternativo, quantunque problematico, condotto da un'insegnante bella e tenace (e lesbica), insieme ad altre ragazze cosiddette difficili, che Clarissa acquisisce consapevolezza e imbocca finalmente la strada dell'autodeterminazione.
La credibilità del film risiede anche nei ruoli secondari ma affatto irrilevanti, anzi convincenti di Marya Carrie (l'assistente sociale) e Lenny Cravitz (l'infermiere): di primo acchito non riconoscibili se non hai fatto caso al cartellone, in particolare lei, bruttina senza (o grazie al) trucco.
Premiato al Sundance Film Festival, sorta di certificatore di qualità.
E adesso andiamo a varcare l'aldilà del Maestro Clint.
Gg
L'opera seconda di Lee Daniel è la storia, tratta da un libro autobiografico, di Clarissa Precious Jones, un'adolescente di Harlem intrappolata in un corpo così obeso da essere informe, una figlia down e un secondo figlio in arrivo frutto entrambi dell'incesto, una madre tirannica e rancorosa, parassitaria e paranoica.
Una presentazione di questo tipo basterebbe a dissuadere perfino gli stomaci più forti.
E invece è un film da vedere, sì crudo come qualunque film di violenza domestica e degrado sociale (l'altra faccia di NYC: edifici fatiscenti, strade di spacciatori e pattume), ma con accenti di tenerezza e coinvolgimento tali da convincerti che l'umanità e la speranza brillano anche nello squallore e nell'ignoranza più irreversibili.
Il regista scongiura il pietismo facile lavorando sull'immaginario di Clarissa, che quando si rifugia nei territori dei sogni ad occhi aperti - il riconoscimento altrui grazie al successo nel mondo dello spettacolo - non si vede magra ma così com'è, col suo corpaccione ingombrante e limitante eppur vitale.
Soprattutto, "Precious" è un film sul valore primario dell'istruzione quale antidoto all'emarginazione e strumento leale di emancipazione, e volano di aggregazione nel senso di rete di rapporti interpersonali che favoriscono l'accettazione e l'espressione di sè e garantiscono protezione.
E' infatti attraverso l'adesione ad un percorso scolastico alternativo, quantunque problematico, condotto da un'insegnante bella e tenace (e lesbica), insieme ad altre ragazze cosiddette difficili, che Clarissa acquisisce consapevolezza e imbocca finalmente la strada dell'autodeterminazione.
La credibilità del film risiede anche nei ruoli secondari ma affatto irrilevanti, anzi convincenti di Marya Carrie (l'assistente sociale) e Lenny Cravitz (l'infermiere): di primo acchito non riconoscibili se non hai fatto caso al cartellone, in particolare lei, bruttina senza (o grazie al) trucco.
Premiato al Sundance Film Festival, sorta di certificatore di qualità.
E adesso andiamo a varcare l'aldilà del Maestro Clint.
Gg
TO LOVE
No, ragazzi, non è un verbo inglese.
E' un sito, suggeritomi da un collega, per chi ama la città di Torino.
Ogni parola sarebbe di troppo, per cui andate a dare un'occhiata su http://www.tolove.it/
Dal blog del sito ho ritrovato questa divertente foto che testimonia l'integrazione "possibile" con il mondo arabo !
:-)
Jean
E' un sito, suggeritomi da un collega, per chi ama la città di Torino.
Ogni parola sarebbe di troppo, per cui andate a dare un'occhiata su http://www.tolove.it/
Dal blog del sito ho ritrovato questa divertente foto che testimonia l'integrazione "possibile" con il mondo arabo !
:-)
Jean
martedì 4 gennaio 2011
HAPPY NEW YEAR
Buon Anno a tutti!
Il blog langue, più nessuno ha nulla da dire?
Inizio io, con una citazione di uno scrittore che amo molto, Erri De Luca, poichè le sue parole mi sembrano un buon auspicio per l'anno nuovo.
Auguri a tutti, perchè possiate trascorrere 365 notti di sogni, e 365 giorni per realizzarli!
Jean
"I desideri dei bambini danno ordini al futuro."
Erri.
Il blog langue, più nessuno ha nulla da dire?
Inizio io, con una citazione di uno scrittore che amo molto, Erri De Luca, poichè le sue parole mi sembrano un buon auspicio per l'anno nuovo.
Auguri a tutti, perchè possiate trascorrere 365 notti di sogni, e 365 giorni per realizzarli!
Jean
"I desideri dei bambini danno ordini al futuro."
Erri.
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